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DANTE ALIGHIERI: LA DIVINA COMMEDIA

Il poema, composto da Dante tra il 1307 e il 1321, consta di 14.233 versi ed è suddiviso in 100 canti, raggruppati in 3 cantiche: 34 canti l'Inferno, 34 il Purgatorio e il Paradiso.
Attraverso i tre regni Dante, protagonista dell'opera, accompagnato dal grande poeta latino Virgilio nei primi due regni, e da Beatrice e san Bernardo nel terzo, compie il viaggio che lo porterà dalla conoscenza del male al Bene sommo, che è la visione di Dio.
Il viaggio dura circa una settimana e incomincia nella notte del Venerdì Santo, l'8 aprile 1300.

Dante Alighieri (1265-1321), fiorentino di famiglia nobile, ma non ricca, si dedicò a studi approfonditi. Si sposò con Gemma di Manetto Donati ed ebbe tre o quattro figli, ma amò soprattutto Beatrice, la giovane figlia di Folco Portinari, che sarà la sua guida in Paradiso. Occupò cariche pubbliche nella sua città e partecipò alle lotte politiche che dilaniavano la Firenze del Trecento. Proprio per motivi politici nel 1302 fu costretto all'esilio e non perdonò mai ai suoi nemici questa drammatica esperienza, che lo segnò e lo fece meditare sulle sorti dell'uomo. Durante l'esilio fu ospite di varie corti dell'Italia settentrionale e scrisse alcune delle sue opere migliori, tra le quali appunto la Divina Commedia. Nell'opera emerge con forza Dante uomo di pensiero che, giunto a metà della sua esistenza, purifica le miserie terrene avvicinandosi, passo dopo passo, a quelle vette dove l'uomo è più vicino a Dio e si sente scelto da Lui per un viaggio mistico che salvi il mondo dal baratro del male e della corruzione.
Virgilio, il poeta latino vissuto a Roma nel I secolo a.C., autore dell'Eneide, viene scelto come guida da Dante che lo considera il proprio maestro. Nel secondo canto dell'Inferno Virgilio riferisce a Dante di essergli stato inviato, per salvarlo dalla selva oscura del peccato, da una donna bella e beata (Beatrice), apparsagli nel Limbo, dove egli si trova. Qui stanno "..color che son sospesi.." tra la felicità e il dolore, i non battezzati, e coloro che non poterono conoscere la Verità perchè vissuti prima della nascita di Cristo. Costoro hanno un forte e insoddisfatto desiderio di Dio. Virgilio indica a Dante, tra gli altri giusti, i grandi poeti dell'antichità (Omero, Orazio, Ovido, Lucano), gli spiriti maligni (Enea, Ettore, Cesare, Camilla) e i sapienti (Aristotele, Socrate, Platone, Cicerone). Virgilio rappresenta per Dante il simbolo della ragione che rende saggio l'uomo.

Il Paradiso è pura luce; è costituito da nove cieli concentrici; è un susseguirsi di sfere celesti, ognuna contraddistinta da un pianeta, secondo l'antico schema tolemaico che poneva la Terra al centro del sistema solare. L'atmosfera non ha nulla di materiale, i sentimenti umani sono svaniti. Beatrice, Cacciaguida, Romeo di Villanova, sono alcuni tra i beati che accompagnano Dante alla purificazione e alla consapevolezza della pace e della perfezione di Dio.

Il Purgatorio è agli antipodi di Gerusalemme, dall'altra parte della Terra, alle pendici di un'altissima montagna in cima alla quale c'è il Paradiso terrestre. E' costituito da un Antipurgatorio e dal Purgatorio vero e proprio, diviso in 7 cornici, tante quanti sono i peccati capitali (superbia, ira, invidia, accidia, avarizia, gola e lussuria). Nostalgia, tristezza e dolore accompagnano qui il cammino della redenzione di molti personaggi tra i quali Casella, Manfredi, Sordello, Matelda. Manfredi, il principe nipote dell'imperatrice Costanza, morto in battaglia, nemico della Chiesa, in vita era stato scomunicato, ma è salvo perchè in punto di morte, piangendo, si è rivolto a Dio. L'uomo può sbagliare, ma Dio sa perdonare.

L'Inferno è una voragine a forma di cono rovesciato, situata sotto Gerusalemme, che arriva fino al centro della Terra, un abisso che racchiude e simboleggia il male. La fervida fantasia di Dante l'immagina diviso in nove gironi, in ognuno dei quali i dannati scontano un tipo di peccato. La cantica presenta una serie di personaggi drammatici e molto umani, come Francesca, Farinata, Pier delle Vigne, Brunetto Latini, il conte Ugolino, che dialogano con Dante continuamente coinvolto nelle loro passioni. Questi personaggi in vita furono spesso ricchi di virtù. Dante onora le loro doti umane (la fedeltà di Pier delle Vigne, la generosità di Farinata, la cultura di Brunetto Latini, suo maestro di retorica), ma li annovera tra i dannati perchè hanno anteposto la grandezza terrena a tutto.