GIACOMO LEOPARDI: LA CONCEZIONE
Il Leopardi è stato nell'infanzia allegro e vivace; ma varie occasioni preparano la crisi del 1819 (abbandona gli studi filosofici e inizia quelli di poesia e di letteratura; passa dalle idee reazionarie all'entusiasmo per la libertà della patria; passa dalla fede religiosa alla concezione meccanicistica del mondo) che lo conduce al pessimismo: la salute malferma dopo anni di studio matto e disperatissimo; il freddo ambiente familiare; la vita di Recanati (natio borgo selvaggio) ostile; un vasto fermento di idee e una insoddisfatta ambizione di gloria, che lo rendono inquieto.
Questo pessimismo passa attraverso tre fasi:
1) soggettiva e personale
2) oggettiva o storica
3) cosmica o universale
Egli prima ritiene l'umanità felice ed egli solo, cadute le illusioni della sua prima età, vittima di un destino avverso (pessimismo personale e soggettivo).
Poi attribuisce la causa del male e del dolore alla ragione umana e alla civiltà che è opera della ragione ed ha cambiato la primitiva condizione degli uomini che vivevano secondo natura, felici delle meravigliose illusioni della loro immaginazione.
La natura è madre benigna, ma la storia degli uomini è tutta una degenerazione da essa e quindi ha portato al mondo il dolore (dolore storico o oggettivo) che è eredità di tutti gli uomini. Poi non è un caso che l'uomo usi la ragione e distrugga le illusioni della immaginazione, giacchè la ragione è per lui la facoltà necessaria: è dunque la natura medesima la causa di ogni dolore, perchè pone in noi il desiderio insopprimibile della felicità e della perfezione e nei limiti che ci assegna ci rende impossibili l'una e l'altra cosa.
Infine il poeta, ormai trasportato dalla forza della sua logica amara, considera ancor più vasta l'azione malefica della natura che per necessità della Legge di distruzione - riproduzione "non gli uomini solamente ma il genere umano fu e sarà sempre infelice. Non il genere umano solamente, ma tutti gli animali. Non gli animali soltanto, ma tutti gli altri esseri al loro modo. Non gli individui, ma le specie, i generi, i regni, i globi, i sistemi, i mondi" (dolore cosmico o universale).
Una ulteriore fase del pessimismo viene accennata in un brano dello Zibaldone: il poeta rivolge un appello agli uomini perchè si stringano in una lotta contro la sola nemica, la Natura, malvagia generatrice di ogni male dell'uomo.
Il De Sanctis dice: "Leopardi produce l'effetto contrario a quello che si propone. Non crede al progresso, e te lo fa desiderare; non credo alla libertà, e te la fa amare. Chiama illusioni l'amore, la gloria, la virtù, e te ne accende in petto un desiderio inesausto. E' scettico e ti fa credente. Ha così basso concetto dell'umanità, e la sua anima alta, gentile e pura l'onora e la nobilita".
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