QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

GABRIELE D’ANNUNZIO

Nasce a Pescara nel 1863 da famiglia borghese; genio precoce, Gabriele D’Annunzio pubblica i suoi primi versi quando è ancora studente liceale a Prato. E altrettanto presto inizia a collaborare a riviste letterarie e mondane. L’artista ha importanza non solo per la storia della letteratura, ma anche per la storia politica e di costume; la sua fama di uomo raffinato, incline alle avventure sentimentali (tra cui la più celebre è quella con l’attrice Eleonora Duse) e ai gesti “eroici” varca i confini italiani.

Poeta e drammaturgo, rappresenta un importante aspetto del primo Decadentismo italiano ed europeo, quello più legato ai miti dell’Estetismo (“fare della vita un’opera d’arte”) e del Superomismo (“vivere una vita inimitabile”).

Partecipa attivamente alle vicende politiche italiane e nella sua vita non mancano gesti di vero coraggio. Dobbiamo ricordare che, scoppiata la prima guerra mondiale. D’Annunzio si schiera a favore dell’intervento e partecipa ad azioni di guerra di vasta risonanza quali “La beffa di Bucari” e il volo su Vienna, ma soprattutto l’occupazione della città di Fiume compiuta con un gruppo di volontari nel 1919.

Tra le sue opere ricordiamo: i romanzi Il Piacere, L’innocente, Il fuoco; le raccolte poetiche Primo vere, Laudi del cielo, del mare e della terra, Alcyone; le tragedie La città morta, La figlia di Iorio.

Nel campo degli argomenti e soprattutto delle forme espressive, sperimenta nuove strade e per questo ha grande influenza sul linguaggio poetico del Novecento. D’Annunzio, infatti, ricerca la raffinatezza dello stile, tende alla preziosità e musicalità del linguaggio e la sua arte è definita “estetizzante”.

Muore sole e quasi cieco nella sontuosa villa di Gardone, detta il Vittoriale degli italiani, nel 1938.

 

PIOTR ILIJC CIAIKOVSKI

1840
Nasce in Russia, in una cittadina dei monti Urali dove suo padre è ingegnere minerario. La madre, di origini francesi, lo avvia allo studio del pianoforte.

1850
Si trasferisce con la famiglia a San Pietroburgo e là per volere del padre frequenta una Scuola di Giurisprudenza.

1859
Trova un impiego presso il Ministero della Giustizia, ma sente che la sua vera vocazione è quella musicale.

1861
Inizia a frequentare i corsi della Società Musicale Russa di San Pietroburgo destinata a diventare l’anno seguente un vero e proprio Conservatorio.

1865
Si congeda dal Conservatorio musicando come saggio conclusivo l’Ode alla gioia di Schiller, già utilizzata, fra tanti, anche da Beethoven.

1866
Si trasferisce a Mosca per occupare una cattedra di armonia nel Conservatorio. Scrive la sua Prima Sinfonia, sottotitolata “Sogni d’inverno”.

1867
Entra in relazione con Milij Balakirev, il leader del “Gruppo dei Cinque” e viene da lui spronato a scrivere vari lavori, fra cui la “fantasia sinfonica” Romeo e Giulietta.

1875
Compone il Primo Concerto per pianoforte e orchestra.

1876
Scrive il balletto Il lago dei cigni

1877
Dopo il fallimento del suo matrimonio, conosce una ricca vedova, Nadeshda von Meck, dalla quale riceve stima, fiducia e sostegno economico: i due continueranno a frequentarsi quasi esclusivamente per via epistolare. Scrive la Quarta Sinfonia.

1878
Fa rappresentare l’Eugenio Onieghin e crea il suo unico Concerto per violino e orchestra.  Compie un lungo viaggio in occidente, visita fra l’altro Firenze e Roma, dove scrive il Capriccio italiano.

1885
Scrive il poema sinfonico Manfred.

1889
Crea il balletto de La bella addormentata.

1890
Compone e rappresenta l’opera La dama di picche.

1891
Inizia a comporre il balletto Lo schiaccianoci. Si reca in America per dirigere le sue musiche. Ma anche questo viaggio non lo libera dalle crisi depressive che lo hanno sempre assillato e che continuano a influenzare il carattere della sua musica.

1893
Muore a San Pietroburgo, poco dopo aver ultimato e presentato la Sesta Sinfonia intitolata “Patetica”.

 

THOMAS MANN

Nato a Lubecca nel 1875 da una famiglia dell’aristocrazia commerciale, dimostra precocemente un talento letterario. Alla morte del padre, nel 1891, la famiglia si trasferisce a Monaco di Baviera, dove Thomas frequenta gli ambienti artistici e collabora a diverse riviste. Nel 1901 pubblica il suo primo romanzo, I Buddenbrook, col significativo sottotitolo di Decadenza di una famiglia, e si impone all’attenzione del pubblico.

Scrive poi racconti, tra i quali ricordiamo Tonio Kroger e La morte a Venezia, e alcuni romanzi (La montagna incantata, Carlotta a Weimar e Doktor Faustus), oltre a una vasta produzione saggistica che lo rende uno dei maggiori intellettuali del Novecento. Nel 1929 gli viene infatti conferito il premio Nobel. Quattro anni più tardi, subito dopo l’ascesa al potere di Hitler, si reca all’estero per un giro di conferenze e decide di non rientrare in patria; nel 1938 si trasferisce negli Stati Uniti, per tornare soltanto nel 1952 in Europa, a Zurigo, dove muore tre anni dopo.

 

L’UOMO DI NEANDERTAL

L’Uomo di Neandertal è uno dei protagonisti della Preistoria in Europa.

Nel 1856 furono casualmente scoperti, in una valle della Germania che si chiama appunto Neandertal, un cranio e delle ossa che potevano essere attribuiti a un ominide della specie Sapiens. Studi accurati condotti anche su un centinaio di altri reperti molto simili (tra cui scheletri interi) permisero agli scienziati di individuare in quell’ominide caratteristiche fisiche così marcate da suggerirne la classificazione in una sottospecie separata: quella dell’Homo sapiens Neandertalensis.

L’Uomo di Neandertal era di statura inferiore a quella dell’uomo moderno. Il cranio era un po’ più grande del nostro, con la fronte bassa, il naso largo, il mento quasi assente, i denti sporgenti.

Per decine di migliaia di anni (da 200.000 a 35.000 anni fa) furono i Neandertaliani a popolare l’Europa e il Vicino Oriente, essendosi adattati a vivere in tutti i climi. Cacciatori nomadi, essi si cibavano soprattutto di carne e sapevano lavorare la pietra e il legno, con cui fabbricavano coltelli, raschietti e lance appuntite.

Di tutte le specie del genere Homo, quella di Neandertal fu la prima a seppellire i cadaveri ed è soprattutto per questo motivo che fra i suoi “contemporanei” l’Uomo di Neandertal può essere scelto come grande personaggio. Gli scheletri dell’Uomo di Neandertal sono stati trovati nelle caverne, rannicchiati (forse per poter scavare una fossa più piccola). Grazie a numerose testimonianze, gli studiosi hanno accertato che il rito funebre consisteva nel mangiare il cervello dei morti.

I Neandertaliani sparirono totalmente circa 30.000 anni fa, quando sul loro territorio furono sopraffatti da una nuova specie, quella dell’Uomo di Cro-Magnon (dalla località francese in cui nel 1868 fu rinvenuto il primo esemplare), già appartenente alla specie Sapiens Sapiens, molto più evoluto sia fisicamente sia culturalmente.

 

NICCOLO’ MACHIAVELLI

Machiavelli nasce a Firenze nel 1469 da una famiglia nobile, ma economicamente decaduta. Nel 1498 viene eletto Segretario della Repubblica, col compito di studiare i problemi amministrativi e politici; in questa veste si reca presso Luigi XII, poi presso il principe Cesare Borgia e l’imperatore Massimiliano d’Austria. Comincia a scrivere i suoi primi saggi sui sistemi di governo ed elabora le idee che sfoceranno nel suo capolavoro, Il Principe.

Quando i Medici tornano al potere, Machiavelli, a causa della sua partecipazione al governo repubblicano, viene mandato al confino, poi addirittura imprigionato e comunque allontanato dalla vita pubblica, cosa di cui soffre moltissimo.

Si dedica allo studio degli antichi e compone le sue opere più importanti: I Discorsi sulla prima deca di Tito Livio, in cui discute il pensiero dello storico latino ed esprime considerazioni sulle forme di governo, Il Principe, e anche opere brillanti e scherzose, come la commedia La Mandragola.

I Medici infine riconoscono le sue capacità e gli attribuiscono uno stipendio come storico ufficiale: Machiavelli scrive le Istorie fiorentine che delineano in otto volumi la storia interna di Firenze. Ma il riavvicinamento ai signori di Firenze renderà impossibile la sua partecipazione al nuovo governo repubblicano che si afferma dopo l’espulsione dei Medici nel 1527. Machiavelli muore quello stesso anno lasciando la famiglia in gravi difficoltà economiche.