QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

UGO FOSCOLO: LE GRAZIE

Questo carme allegorico-didascalico rimasto incompiuto fu ispirato al Foscolo dal gruppo scultorio delle Grazie, al quale lavorava Antonio Canova. L'opera si propone di liberare gli uomini dalla loro materialità e di innalzarli dalla bassa natura originaria alla bellezza di un mondo ingentilito dalle arti e dalla poesia.

Il carme si divide in 3 parti o inni:
- nel primo dedicato a Venere, dea della bellezza, l'azione si svolge in Grecia ed è cantata l'origine divina delle Grazie e il passaggio progressivo degli uomini dallo stato primitivo alla civiltà.
- il secondo, dedicato a Vesta, dea dell'ingegno, tratta dei riti compiuti da tre sacerdotesse davanti all'ara delle Grazie nel tempio di Bellosguardo, in Italia (le tre Grazie sono tre amiche del Foscolo: Eleonora Nencini, Cornelia Martinetti, Maddalena Bignami, cioè la musica, la poesia, la danza).
- il terzo, dedicato a Pallade, dea della virtù, si svolge nell'isola di Atlantide, sperduta nell'oceano e vietata agli uomini; in essa Pallade prepara un velo, simbolo delle arti, col quale le Grazie potranno difendersi dai pericoli dell'amore violento e brutale.

Non è facile formulare sul carme un giudizio; nè i critici sono stati concordi nel valutarlo anche se riconoscevano la grandezza dei certi episodi e la coerenza dello stile. Infatti c'è chi ha ritenuto che lo stato frammentario in cui il carme è giunto fino a noi comprometta l'unità lirica e la validità dell'insieme, e c'è chi pensa, che la poesia delle "Grazie" debba dirsi episodica, e che l'incompiutezza riguardi la struttura, dovendosi in esse considerare raggiunto un esito artistico altissimo, in cui l'ispirazione e l'espressione trovano un'armonizzazione perfetta.
Qualche critico vede nel carme il capolavoro del Foscolo e il termine ultimo del suo itinerario artistico; per esservi ogni antefatto umano totalmente trasfigurato in poesia, a differenza dei "Sepolcri" dove non tutto sembra risolto e trasportato sul piano dell'arte.