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GIOSUE' CARDUCCI

Carducci è indubbiamente il più consapevole nemico della letteratura romantica convenzionale (che si adatta alla realtà di tutti i giorni) ed il maggiore assertore della necessità di rinnovare la letteratura, di opporsi al malcostume. Linea fondamentale della sua poetica è l'attenersi al reale (per il Carducci non è la poesia ispirata ai piccoli fatti quotidiani della vita, nè quella degli scapigliati di cogliere le più nascoste sensazioni dell'io, spesso tenebroso; ma è tutto ciò che ispira forza morale e risanatrice: i sani valori umani, la vita nei suoi aspetti più alti e civili).

Si rinnova così la polemica classico-romantica del principio del secolo: ritiene che i romantici con l'introduzione in Italia delle letterature straniere, anzichè arrecare rinnovamento e libertà nuova, hanno tolto alle menti italiane quello che solo vi rimaneva di italiano.
Combatte il romanticismo, perchè in più espressioni degli scrittori e della vita romantica vede mollezza e non saldezza morale, vede amare il suicidio anzichè affrontare la vita, rinunciare alla lotta anzichè seguire e vivere con dignità e sacrificio.
Sin da giovane, Carducci considera la letteratura strettamente unita al'educazione nazionale, e si foggia, sin d'allora, quell'ideale che lo guiderà per tutta la vita: di ricordare agli Italiani le grandi tradizioni patrie, di cui egli sarà sempre nobile divulgatore e custode. Ed attinge al mondo classico, per formarsi un organismo linguistico solido, retto da una sintesi rigorosa.