QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

DAL ROMANZO STORICO AL ROMANZO PSICOLOGICO

Si verifica la crisi del romanzo storico. Ad esso tende a sostituirsi un nuovo tipo di romanzo costituito da episodi e da personaggi contemporanei, in cui l'autore adombra eventi privati, oppure casi della propria vita e il proprio animo, conducendo di sè uno studio interiore.
Si passa così dal romanzo storico ad un romanzo in cui avvenimenti e personaggi corrispondono a fatti e a figure sempre più reali: dal romanzo storico al romanzo psicologico.
Niccolò Tommaseo (Fede e bellezza)
Giovanni Ruffini (Lorenzo Benoni)

E' con il romanzo Le confessioni di un ottuogenario (Confessioni di un italiano) di Ippolito Nievo che si verifica più chiaramente il passaggio dal romanzo storico a quello autobiografico-psicologico.

Un ottantenne Carlo Altoviti narra i casi della propria vita, che s'intrecciano con eventi storico-politici d'Italia: dal cadere della società settecentesca sotto i colpi delle idee rivoluzionarie sino ai moti del 1820.
Il romanzo è pieno di esperienze e di vicende dello stesso Nievo. Lo anima un dissidio giovanile e che si impone come carattere specifico delle "Confessioni" tanto esso trascorre in tutte le sue parti, permeandone diversi motivi: l'amore appassionato e tormentato di Carlo e della Pisana, l'amore mesto di Lucilio e di Clara, la passione per l'Italia, la rappresentazione del feudalesimo veneto in sfacelo, le molte pagine riflessive ed educative. Ma il romanzo non è unitario.

Contrastano due toni:
- LIRICO-NOSTALGICO (un sereno ricordare visi e sentimenti familiari) dominante nella prima parte del libro, nel racconto della fanciullezza e dell'adolescenza di Carlino, che si svolge nel castello di Fratta tra usanze patriarcali superate dal tempo, sullo sfondo di un antico mondo feudale che è il Veneto prerivoluzionario, guardati dallo scrittore, con occhio nostalgico.
- NARRATIVO-ROMANZESCO accentuato nella seconda parte del romanzo, ricco di colpi di scena, di avvenimenti tempestosi, su uno sfondo di cospirazioni e di dolorosi esili.

Qui la debolezza del romanzo, in questa duplicità di tono, oltre che nell'ncompiutezza dell'elaborazione artistica e formale, cioè nella mancanza della serenità contemplativa, indispensabile per creare un'opera d'arte. Tuttavia le "Confessioni" rimangono uno dei libri più suggestivi dell'Ottocento italiano, ricco com'è di descrizioni piene di freschezza e di rilievo, di sensibilità profonda.