QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

il settecento: giambattista vico

Mentre il Muratori considera compito fondamentale dello storico la ricerca dei documenti e l'accertarne l'autenticità per trarre da essi la narrazione dei fatti, Giambattista Vico stima compito dello storico l'intendere le leggi che regolano il progresso ideale della civiltò, e la storia concepisce come svolgimento dello spirito umano.
Il suo capolavoro sono i "Principi di scienza nuova d'intorno alla comune natura delle Nazioni".

Il concetto fondamentale svolto nella "Scienza nuova" è che, mentre il mondo naturale, in quanto è opera di Dio, può essere imperfettamente conosciuto, il "mondo delle nazioni" o "mondo civile", cioè il mondo della storia, certamente è stato fatto dagli uomini; e pertanto, indagando "le modificazioni della mente umana", si possono trovare in questa i principi di quello. Stabilita questa legge fondamentale, Vico così sviluppa il proprio pensiero:

a) lo spirito umano si svolge attraverso tre gradi: senso, fantasia, intelletto: "gli uomini prima sentono senza avvertire, poi avvertono con animo perturbato e commosso, finalmente riflettono con mente pura": l'uomo dapprima vive istintivamente, privo della coscienza; poi, in un secondo momento, fantasticamente, apprende il particolare e l'individuale ed è tutto pieno di sentimento; infine vive razionalmente (l'uomo, cioè, nella prima infanzia è puramente animale, nella fanciullezza è ricco di fantasia, nella maturità è retto dalla ragione).

b) pertanto la storia, in quanto è prodotto dello spirito umano, ne segue le modificazioni e percorre anch'essa, nel suo svolgersi tre gradi: età degli dei (o del senso), degli eroi ( o della fantasia), degli uomini ( o della ragione), corrispondenti allo stato feroce, allo stato barbaro o eroico, allo stato civile: la storia dell'umanità si svolge andando dallo stato felino a quello civile.

Se non che giunta a questo grado la civiltà si corrompe, trionfa l'anarchia ("ovvero la sfrenata libertà dei popoli liberi"): i popoli come animali pensano "alle particolari utilità di ciascuno " e finiscono nello stato ferino: "dentro lunghi secoli di barbarie vanno ad arrugginire le malnate sottigliezze degli ingegni maliziosi".  E' questa la teoria dei "corsi e ricorsi", "la storia ideale delle leggi eterne sopra le quali corron i fatti di tutte le nazioni, nei loro sorgimenti, progressi, stati, decadenze e fini", per cominciare poi nuovamente dal primo stadio. Ciò non implica un immobilismo storico e non conduce in un circolo senza uscita; i ricorsi sono uniformi, ma non identici e non escludono il progresso: il Medioevo, fu per tanti aspetti uniforme all'antica barbarie, ma non identico, in quanto esso contiene in sè le conquiste della civiltà cristiana.