QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

ITALO CALVINO: IL BARONE RAMPANTE

Autore: Italo Calvino (1923 - 1985)
Lingua originale: italiano
Data di nascita: 1957
Genere: racconto fantastico su un uomo che "visse sugli alberi, amò sempre la terra, salì in cielo"
Epoca storica: seconda metà del 1700

L'AUTORE
Italo Calvino, morto nel 1985 a 62 anni, ha un posto di rilievo nella letteratura italiana del nostro secolo. Il barone rampante  è uno dei tre romanzi che compongono il ciclo I nostri antenati. Gli altri due, non meno famosi, sono Il visconte dimezzato e Il cavaliere inesistente. Scrittore ironico e fine, saggista capace di affrontare anche questioni scientifiche e problemi filosofici, Calvino è ricordato inoltre per Palomar, Se una notte d'inverno un viaggiatore e, opera giovanile,  Il sentiero dei nidi di ragno, dedicato alla guerra partigiana. Autore di livello internazionale, stava per tenere un giro di conferenze in America quando l'ha colto la morte. Il testo di questi discorsi, pubblicato in seguito, è una delle sue opere maggiori.

LA TRAMA
Corre l'anno 1767 quando, in un caldo giorno di prima estate, il giovane Cosimo si ribella in una volta sola al padre, al cibo che gli si vuole far mangiare, alla sorella che gli fa i dispetti. Cosimo ha 12 anni e insieme al fratello minore, Biagio, vive sotto il dominio dell'austero capofamiglia, il barone Arminio che passa la vita sognando di diventare duca. La madre, figlia di un generale, dirige la casa come se fosse un accampamento militare. La sorella Battista tiene prigionieri dei mucchi di lumache in un barile. Quando i due maschietti tentano di liberarle, lei se ne accorge e, per punirli, serve le lumache a pranzo. Cosimo si rifiuta di mangiarle e, ai rimproveri del barone, si arrampica su un albero giurando che di là non scenderà più.
A mantenere la parola lo aiuta Viola, un'altra nobile ragazzetta che lo prende in giro. E' bellissima, ama giocare con i piccoli straccioni della zona, vicino a Genova. In quell'epoca la Liguria, il Piemonte, la Francia erano pieni di alberi. Passando da un ramo all'altro si poteva arrivare a Parigi senza toccar terra. Cosimo non si limita a scorrerie nel giardino di Viola, o a combinar guai insieme ai figli dei poveri. A poco a poco scopre la bellezza della natura. Diventa un esperto di querce, pini, ulivi, castani, olmi, lecci. Crescendo, poi, si accorge che è possibile vivere lontani dalla gente, o meglio al di sopra, frequentando banditi fuggiaschi, parlando con gli animali, leggendo i libri che il fratellino gli porta. Gli altri, quelli che stanno al riparo delle case, non si scandalizzano troppo. Pensano che sia un ricco originale, e presto non ci fanno più caso.
Il mondo degli alberi diventa così il regno del giovane barone. Trascorrono gli anni, i rassegnati genitori muoiono. Cosimo lascia tutti i suoi averi al fratello. Un giorno incontra un gruppo di esuli spagnoli, come lui sugli alberi perchè le autorità genovesi impediscono loro di "toccare il suolo". Si innamora di una ragazza che però, per un'amnistia, deve tornare in patria. Finalmente rivede Viola, che ha sposato un ricchissimo e vecchio duca, rimanendo subito vedova. Anche lei lo ama e condivide la sua vita tra i rami. Ma è una donna inquieta, presto se ne andrà. Solo, deluso ma irremovibile, Cosimo non cambia vita. Finisce il vecchio regime, arrivano i soldati di Napoleone ma, per la popolazione, nulla cambia. Una mattina passa sopra il bosco una mongolfiera. Il barone rampante, sebbene in agonia, balza come faceva da giovane e si aggrappa alla corda che regge l'ancora. Il pallone vola via, lui resta aggrappato. Nessuno lo vedrà più.

I PERSONAGGI
Cosimo: A un certo punto della sua vicnda aerea, il barone fa una scoperta che gli sembra di alto significato. Aiutando i paesani, avvertendoli  dei pericli, sentendosene apprezzato, egli si accorge che "le associazioni rendono l'uomo più forte, mettono in risalto le doti migliori dell'uomo, e danno la gioia di vedere quanta gente c'è onesta e brava e capace". Invece, vivendo per conto proprio, capita più spesso "di vedere l'altra faccia della gente, quella per cui bisogna tener sempre la mano alla guardia della spada". Concetti che rispecchiano le idee politiche dell'autore.

Il barone padre: Noioso, non cattivo, "la sua vita era dominata da pensieri stonati, come spesso succede nelle epoche di trapasso". Sebbene stiano per scomparire re e nobili, a causa della Rivoluzione francese, il barone non pensa che al titolo di duca, è convinto che esso gli spetti; studia genealogie e successioni, progetta alleanze con altri titolati. Non capisce per niente il figlio Cosimo, anzi se ne vergogna. Solo alla fine della sua vita riuscirà a parlargli con amicizia: ma ormai è troppo tardi.

Il fratello Biagio: E' lui che racconta la storia di Cosimo, che un pò ammira ma senza voglia alcuna di imitarlo. Classico uomo qualunque, che subisce gli avvenimenti, Biagio porta i viveri al fratello, lo aiuta a coprirsi e sistemarsi fra gli alberi. Di più non fa. Accetta volentieri l'amministrazione dei beni di famiglia, fa vita brillante. Quando incontra a Parigi la bella Viola, corteggiatissima, non trova di meglio che parlarne male a Cosimo. Ma che importa ormai? Il vecchio mondo è morto, solo sugli alberi resiste la saggezza.