VENETO: IL VETRO
Il vetro fa parte della storia del Veneto: all’epoca dell’Impero romano, Aquileia, importante porto dell’Adriatico settentrionale, era già un centro famoso per la lavorazione del vetro, che all’arrivo dei barbari, secondo la leggenda, fu trasferita a Venezia. Il documento più antico che attesta l’esistenza di quest’arte è del 982. Si tratta dell’atto di donazione della chiesa di San Giorgio Maggiore ai Benedettini e porta la firma di un certo “Domenico fiolario”, cioè Domenico “vetraio”, visto che “fiola” indicava una bottiglia di vetro dal collo stretto. Questo per quanto riguarda l’Italia, ma si sa che in Egitto, già nel II millennio avanti Cristo, si fabbricavano amuleti, scarabei, piccole maschere e vasetti per unguenti e profumi in vetro.
Da Venezia le fornaci per la lavorazione del vetro furono trasferite nell’isola di Murano che tuttora è il centro più importante di produzione del vetro, nel 1271. Questo trasferimento fu motivato dal pericolo di incendi rappresentato dai forni a legna, ma doveva servire anche a proteggere il patrimonio di conoscenze e di oggetti artistici dell’industria vetraria.
Alla fine del Quattrocento la fama dei vetri di Murano era diffusa in tutto il mondo. Nel Settecento il tradizionale predominio veneziano in questo campo fu messo in crisi dai progressi tecnici e artistici dei vetrai inglesi, francesi e boemi. Il divario sarà colmato solo a partire dalla seconda metà dell’Ottocento. La rinascita definitiva avviene nel nostro secolo ad opera di grandi famiglie di maestri del vetro soffiato che iniziano una fruttuosa collaborazione con famosi artisti e al cui nome è legata la migliore produzione di vetri veneti: Barovier, Toso, Ferro, Seguso, Moretti.
Venezia è la patria dei vetri d’arte, di cui ora esistono collezioni di inestimabile valore. Alla base della lavorazione del vetro sta un impasto di silice e soda fornito dalla cenere di piante marine: il vetro così composto si mantiene allo stato pastoso a lungo, permettendo al maestro vetraio di plasmarlo. Su questa base si sono innestate nei secoli varie tecniche che hanno dato vita a oggetti di incredibile varietà di spessore, forma, colore e decorazioni. I segreti dei maestri vetrai e degli artisti che lavoravano con loro erano racchiusi nei “libretti delle composizioni” per il perfetto dosaggio delle polveri, che venivano tramandati di padre in figlio sul letto di morte.
Attualmente le vetrerie di Murano, isola della laguna veneta, sono moltissime con qualche migliaio di dipendenti e un fatturato di parecchi milioni di euro all’anno. Una buona parte dei vetri prodotti viene esportato all’estero, soprattutto in Giappone e Stati Uniti.