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I SEGNI DELLO ZODIACO: IL TORO

Secondo gli astrologi, i nati dal 21 aprile al 21 maggio appartengono al segno del Toro perchè in quel periodo si verificherebbe l’allineamento Terra-Sole-Costellazione del Toro. In realtà, per gli spostamenti astrali avvenuti nel corso dei secoli, i tori vengono oggi a trovarsi nel segno dell’Ariete.

La Costellazione del Toro è una delle più belle del firmamento. Il suo nome deriva dalla mitologia greca e si riferisce al famoso ratto di Europa, quando Giove, per ingannare e rapire la bella figlia di Agenore, re di Tiro in Fenicia, si trasformò in un toro giovane e mansueto.

Nel Toro brilla Aldebaran (“alfa” Tauri), stella di prima grandezza visibilissima a occhio nudo. Si tratta di una gigante rossa con una luminosità quasi cento volte quella del Sole. “Al dabaran” in arabo significa “la successiva”, cioè la stella che segue le Pleiadi, mentre i Romani la chiamarono “palilicium” perchè, al suo tramonto, venivano celebrate le feste Palilie, divenute poi le feste per il “natale di Roma”.

Et Nath (“beta” Tauri) è anch’essa visibile a occhio nudo e si trova sulla punta più alta delle due corna del toro, mentre “zeta” Tauri, corrisponde alla punta del corno inferiore. Questa stella è una binaria (ha una compagna ravvicinata praticamente invisibile) ed è duemila volte pù luminosa del Sole.

Gli oggetti stellari più famosi della Costellazione del Toro sono gli ammassi stellari aperti delle Iadi e delle Pleiadi. Le Iadi si trovano in prossimità di Aldebaran e formano la testa del toro. Si tratta di un gruppo di 150 stelle distanti dalla Terra 130 anni luce. Le Pleiadi erano ben conosciute dagli Egizi che al loro sorgere, in novembre, le collegavano ai riti per la commemorazione dei morti.

Virgilio e Ovidio citano e cantano spesso le Pleiadi. I latini chiamarono le 7 stelle visibili di questo ammasso con i nomi delle 7 figlie di Pleione e di Atlante.
In realtà a occhio nudo se ne scorgono solo 6 e questo perchè Merope, una delle 7 sorelle, sposò un mortale, Sisifo, compromettendo la sua ascesa fra gli astri. Gli astronomi arabi, più acuti e precisi, ma certo meno poetici, chiamarono le Pleiadi “da-giagia-as-sama-nabanatihi”, “la gallina celeste con i suoi pulcini”.

Nella Costellazione del Toro si trova il corpo forse più straordinario dell’Universo. Si tratta della famosa Nebulosa del Granchio, M1, vicino alla punta inferiore delle due corna. M1 è ciò che resta della grande esplosione di una stella avvenuta nel luglio del 1054 e osservata dagli astronomi cinesi e giapponesi del tempo.

Dal periodo Precambriano, circa 750 milioni di anni fa, possono essere esplose almeno 10 stelle, e ciascuna di queste esplosioni avrebbe potuto produrre effetti letali su alcune specie viventi del nostro pianeta. La scomparsa dei dinosauri, ad esempio, potrebbe essere stata causata da una di queste terribili catastrofi cosmiche.
La Nebulosa del Granchio è diventata una vera e propria miniera di informazioni per la moderna astronomia, rivelando molti segreti sulla vita delle stelle e permettendo scoperte clamorose come quella dei “little green men” o “piccoli uomini verdi”, così come venne chiamato il primo segnale radio a intermittenza regolare proveniente dal suo interno. Si trattò, in realtà, della scoperta della prima “pulsar” o “stella pulsante”.