LE CIVILTA’ BARBARE: I BRITANNI
Britannia è il nome celtico dell’Isola di Gran Bretagna. Quando vi giungono i Romani, nel primo secolo a.C., trovano una popolazione divisa: i Canti (nel Kent), i Regni (a Chichester), i Dumnonii (in Cornovaglia), i Siluri (nel Galles), i Caledoni (in Scozia) e i Briganti (a sud del Tamigi). Sono abili agricoltori e guerrieri indomiti. Hanno organizzazione politica e costumi religiosi molto simili a quelli della Gallia, strettamente legata alla Britannia anche durante le guerre galliche.
Dopo le campagne di Cesare (55-54 a.C.), l’isola è soggetta a un tributo annuo, ma rimane indipendente sino alla conquista compiuta da Claudio (43-48 d.C.) che costituisce a provincia la parte sud-orientale. Remota, di difficile accesso ed esposta alle invasioni del Nord, la Britannia costringe i Romani a lasciarvi una guarnigione di tre legioni più gli auxilia, gli aiuti (circa 50 mila uomini). A questa prima fase della colonizzazione va riferito l’ampliamento delle vie strategiche, con la conseguente sistemazione delle fortificazioni di frontiera: i due valli costruiti da Adriano e da Antonino Pio (dal 122 al 142).
La seconda fase della romanizzazione culmina nel IV secolo e stabilisce una struttura sociale ed economica basata sulla “villa”, intesa come azienda agricola.
I Romani cominciano a evacuare l’isola nel 410 e da allora la Britannia viene invasa da Angli, Sassoni e Luti che arrivano dal continente. Una parte dei Britanni si rifugia nell’Armonica, che da allora prende il nome di Bretagna. La Britannia romana lentamente scompare e anche il cristianesimo, introdotto all’inizio del III secolo, va declinando. La regione verrà poi convertita al cristianesimo nel secolo VI.
La regina Bondicca sola contro Roma
Bondicca è il nome latino della regina degli Iceni. Era una donna giovane, bella e coraggiosa. Fu lei, attorno al 60 d.C., a ribellarsi agli invasori Romani e a tentare la riconquista dell’isola. Il suo popolo, gli Iceni, abitava insieme con i Trinovanti il territorio a nord dell’estuario del fiume Tamigi. Scintilla della ribellione furono gli abusi e le crudeltà compiute dalle legioni di Svetonio Paolino. Bondicca raccolse accanto a sè un pugno di valorosi e diede battaglia. Vinse i primi scontri, infiammò di libertà una fetta dell’isola. Ma da Roma arrivarono altre regioni e fu lo stesso Svetonio Paolino a soffocare la rivolta. Bondicca, piuttosto che consegnarsi al nemico, si tolse la vita.
L’usurpatore Carausio imperatore per tre anni
Aurelio Carausio, un romano di umili origini che era riuscito a diventare prefetto della flotta della Manica, nel 286 d.C. viene incaricato di dare la caccia ai pirati franchi e sassoni che saccheggiano le coste dell’isola. Carausio, che è un abile ammiraglio, distrugge le navi nemiche. Ma poichè è anche sfrenatamente ambizioso, subito dopo la vittoria si ribella a Roma: occupa la Britannia e il nord della Gallia. E nel 293 si proclama imperatore, dopo aver sconfitto le truppe di Massimiano. Diocleziano finge di riconoscerlo ufficialmente, ma intanto prepara un tranello. Che scatta quando l’usurpatore viene ucciso da Allecto, un suo ufficiale al quale è stato fatto credere che avrebbe potuto sostituirlo. Nel 296 l’autorità imperiale è ristabilita da Costanza Cloro e la Britannia da allora viene amministrata sotto forma di quattro province separate.
Le terme di Bath
La cultura romana dominò, senza soffocarla, l’antica tradizione celtica. Benchè la provincia non riuscisse a esprimere un vero e proprio stile romano-britannico, apporti indigeni sono ritrovabili in molte espressioni artistiche e artigianali. Tra i più significativi resti architettonici vanno ricordati il tempio di Claudio a Camulodunum (Colchester) e nella città di Bath (l’antica Aquae Salis) il grande edificio termale e il tempio di Sul, dea delle sorgenti calde assimilata a Minerva. Notevoli anche le decorazioni (famosi i mosaici di Lullingstone) delle dimore di campagna.
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