QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

KARL BRUCKNER: IL GRAN SOLE DI HIROSHIMA

L'AUTORE
Lo scrittore Karl Bruckner è nato in Austria il 9 gennaio 1908. Tra i suoi numerosi libri per ragazzi ricordiamo Il faraone d'oro e Viva Mexico. Per Il gran sole di Hiroshima ha ricevuto nel 1961 il Premio di Stato austriaco e il Premio città di Vienna.

LA TRAMA
Il 6 agosto 1945 un grosso aereo americano, un B-29, sta volando sull'Oceano Pacifico verso il Giappone. Quando le stazioni costiere l'avvistano nessuno ordina l'allarme. E' un apparecchio solo, inutile turbare il lavoro delle fabbriche di armi. Dopo anni di vittorie militari i giapponesi sono ormai accerchiati, ma continuano a combattere. Se gli americani tenteranno di sbarcare, sarà un bagno di sangue. Lo stesso calcolo è stato fatto a Washington: invece che all'invasione si ricorrerà alla bomba atomica, che un gruppo di scienziati ha appena messo a punto. L'obiettivo del B-29 è un importante centro industriale, Hiroshima, che fino a quel giorno non è mai stato bombardato. Mentre l'aereo si avvicina, nella città continua la vita di tutti i giorni. Ci sono due bambini, Shigheo Saski e la sorellina Sadako, che ha appena 4 anni. Sadako sopravvive alla terribile bomba ma morirà 10 anni dopo, per le radiazioni che le hanno avvelenato il sangue.

LA PROTAGONISTA
A Hiroshima i bambini giocano, i loro genitori faticano in fabbrica o combattono nell'esercito, gli studenti aiutano nel lavoro. Qualche affarista approfitta della povera gente. Fra tanti personaggi, però, il vero protagonista è un altro: è la bomba custodita nel ventre del B-29, che sta per essere sganciata sulla città. Sembra un ordigno come gli altri; ma quando la palla di fuoco esplode, niente resiste. L'hanno attaccata a un paracadute, per dare il tempo all'aereo di allontanarsi. I piloti vedono in un attimo un'intera città spazzata via: 86 mila persone arse vive. Altre 72 mila ferite gravemente. Diecimila case distrutte.

MILLE GRU DORATE
Sadako, la sorella di Shigheo, ha 14 anni. Il giorno della bomba è ormai un ricordo remoto. Nel momento dell'esplosione si è sentita come bruciare dentro, ma è rimasta viva. Suo padre ha ripreso l'antico lavoro di barbiere e guadagna bene; tutti lavorano per ricostruire la città. Nella primavera del 1955 si tiene la grande staffetta ciclistica delle scuole, su due ruote da Tokio a Hiroshima. Sadako è forte è bene allenata; correrà l'ultima frazione, una decina di chilometri.

A darle la bandierina per il cambio è una ragazzotta pesante, molto in ritardo sugli altri. Sadako mette il fazzoletto triangolare fra i denti e parte furiosa. Vuole vincere, o almeno, non sfigurare. Stacca due maschi, ne raggiunge un altro, poi un altro ancora. Gli spettatori applaudono questa ragazza che corre come un uomo. Alla fine Sadako ha superato nove avversari. Era partita al ventottesimo posto, arriva diaciannovesima. E' felice, si complimentano tutti. Ma si sente esausta.

La fatica della corsa ha messo in moto un tremendo meccanismo interno. Molte persone sono già morte a Hiroshima anni dopo la bomba, a causa delle radiazioni. E' come un veleno annidato nell'organismo, che d'improvviso dilaga senza che i medici possano fare nulla. Sadako viene portata all'ospedale. Dice un medico americano: "Vedo nei suoi occhi le macchioline grigie che mi danno la certezza che questa bimba è segnata dalla morte. La sua forma è acuta: non c'è rimedio".

I medici sanno che è inutile iniettare sangue sano nelle vene di chi è stato colpito dalle radiazioni. E' malato il midollo dentro le ossa; non si riesce che a prolungare l'agonia. Shigheo pensa di poter ugualmente aiutare la sorella. Le porta della carta dorata, e ritaglia un uccello dalle ali aperte, una gru. Il giorno in cui Sadako ne avrà ritagliate mille sarà guarita. La ragazza è stanca, senza forze; ma tenta. A una a una le gru dorate vengono appese con fili intorno al suo letto. Lo stesso sta facendo un suo amico, Shighetomo, che arriva a costruire un pò più di quattrocento; poi muore. Sadako resiste. Cinque, sei, novecento gru. Ha fede, anche se le braccia non reggono più. Ha in mano la gru 910. Vede solo un leggero chiarore. Presto avrà mille gru, si ritroverà guarita. D'improvviso una luce. I genitori piangono vicino alla figlia morta. Le gru ondeggiano sul letto, come volessero volare via e ne fossero impedite soltanto dai fili che le tengono prigioniere.