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STAMPA E MOVIMENTO STUDENTESCO

I giornali quotidiani sottovalutarono il carattere nuovo della contestazione giovanile. A lungo parve un fenomeno incomprensibile, alimentato dai “cinesi” o dal PCI, forse perché “L’Unità” informò sin dal novembre 1967 sul movimento.
In genere i quotidiani invitarono gli studenti a cessare le occupazioni e le proteste e pubblicarono lettere di studenti che intendevano riprendere con serenità gli studi, interrotti forzatamente a causa dell’esuberanza di alcune minoranze. Vi furono eccezioni: il 25 febbraio 1968 sulla “Stampa” apparve il primo servizio di un’accurata inchiesta condotta da Alberto Ronchey a partire da Pisa. La svolta fu imposta alla stampa dagli scontri di Valle Giulia, a Roma, il 1° marzo, che occuparono le prime pagine non solo per essere avvenuti nella capitale ma anche perché rivelarono un’inasprimento delle modalità di lotta del movimento degli studenti. Negli stessi mesi si stava avviando un vasto rinnovamento delle direzioni dei quotidiani. Al “Corriere della sera”, proveniente dal “Resto del carlino”, dove fu sostituito con Domenico Bartoli, era giunto in febbraio Giovanni Spadolini, che indirizzò il giornale verso una cauta apertura al centrosinistra. A Torino Alberto Ronchey sostituì in dicembre Giacomo Debenedetti alla “Stampa”, chiamando a collaborarvi Raniero La Valle e Natalia Ginzburg. Piero Ottone assunse le redini del “Secolo XIX” di Genova, che rinnovò profondamente, mentre Alberto Cavallari, chiamato a dirigere il quotidiano di Venezia “Il Gazzettino”, si trovò presto in contrasto con la DC, proprietaria del giornale, e dopo un anno di direzione fu licenziato.