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MARCHE: LA PESCA

L’attività più fiorente della Marche è la pesca, benché un’attenta osservazione della carta geografica ci dica che la regione è in prevalenza montuosa e collinare, senza pianure, con un susseguirsi di altipiani e strette valli percorse da fiumi a carattere torrentizio. Soltanto il lato orientale delle Marche è bagnato dal Mar Adriatico, ma questo è bastato per dare impulso alla pesca. Sempre osservando la cartina, noteremo che sul litorale non ci sono porti naturali tranne quello di Ancona. La regione, però, dispone di importanti porti artificiali.

Il tratto di mare più pescoso è quello davanti al promontorio di Monte Conero che, nei pressi di Ancona, divide il litorale in due parti quasi uguali. La produzione marchigiana di pesce rappresenta un decimo di tutta la produzione italiana. I principali porti, dove viene sbarcato il pesce, sono Ancona, San Benedetto del Tronto, Civitanova Marche, Fano, Porto San Giorgio, Pesaro e Senigallia. Alici, sarde, sgombri, tonni sono le qualità di pesce più diffuse in questo tratto di mare. Ma la pesca più abbondante è quella dei molluschi e dei crostacei.

Oltre che nell’Adriatico, i pescatori marchigiani spingono le loro imbarcazioni fino all’Oceano Atlantico ( la “grande pesca”) rimanendo a lungo lontani da casa. Al largo della costa adriatica, a circa 30-40 miglia, si trovano fondali di sabbia grossolana e detriti, ambiente ideale per la vita di capesante, canestrelli, tartufi e fasolare. Vicino alla costa, invece, i fondi fangosi e sabbiosi ospitano telline ed estesi banchi di vongole. Tra le rocce si trovano banchi di mitili e ostriche delle due specie, piatta e portoghese. Abbondante è anche la presenza di triglie di fango, seppie, sogliole, merluzzi e, più al largo, di rane pescatrici, razze e moscardini. Nelle fosse più profonde si pescano scampi e gamberi rossi.

La pesca viene praticata con vari metodi: volante per il pesce azzurro, strascico con rete, rapidi, draghe e turbosoffianti per vongole e altri molluschi bivalvi. L’uso di quest’ultimo sistema ha provocato non poche polemiche, perchè è considerato violento e provoca una pesca eccessiva, tale da turbare i ritmi naturali della riproduzione e del ripopolamento delle acque. Anche la presenza di vasti banchi di alghe e la mancanza di ossigeno sui fondali creano problemi. L’assenza di ossigeno provoca la morte delle specie che vivono sempre sui fondali.