VALLE D’AOSTA: LA FONTINA
E’ inconfondibile. Le hanno stampigliato sopra il disegno di una montagna, una punta aguzza come quella del Cervino, la montagna che con i suoi 4478 metri domina il paesaggio della Valle d’Aosta.
E’ la fontina, un formaggio che è il “fiore all’occhiello” della più piccola regione italiana. E di fontina ce n’è una sola, quella aostana appunto. Guai a spacciare per fontina formaggi di altre regioni: gli ispettori del Consorzio per la tutela della fontina sono pronti a entrare in azione e a denunciare quei commercianti che tentino di vendere come fontina formaggi che non siano “made in Aosta”.
Questo gustosissimo formaggio deve il suo nome all’alpe Fontin, una località del comune di Quart, poco più di 2300 abitanti sparsi in numerose piccole frazioni che si arrampicano lungo il pendio delle montagne, e dove questo particolare tipo di formaggio fu prodotto per la prima volta nel secolo scorso.
Un’apposita legge nazionale tutela il marchio della fontina e ne indica le esclusive località di produzione e le caratteristiche: ogni imitazione è rigorosamente proibita.
La fontina, preparata in forme del peso che varia dai 10 ai 20 kg, è un formaggio di latte di mucca, fatto cagliare a 37-38 gradi, che viene immesso sul mercato dopo una stagionatura di 4-5 mesi.
Le mucche pezzate che forniscono il latte per questo formaggio sono animali un pò più piccoli della media, così da poter agilmente salire e scendere lungo i sentieri dei pascoli di alta montagna dove trascorrono l’estate. Uno dei segreti della bontà della fontina è dovuto proprio alle particolari qualità del formaggio che si trova negli alpeggi: erba fresca mescolata a fiori di montagna.
La fontina serve anche per preparare un piatto tipico della Valle d’Aosta, la fonduta, una crema prelibatissima, ottenuta facendo scaldare e sciogliere il formaggio fresco mescolato a latte e uova.
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