PIEMONTE: IL RISO
Importarlo in Europa dal lontano Oriente furono gli Arabi alla fine del VII secolo, ma le prime coltivazioni di riso in Italia sono di molto posteriori: le prime risaie incominciarono a comparire nella Pianura padana 250 anni fa.
Oggi il nostro Paese è il maggior produttore europeo di riso, con più di 14 milioni di quintali l’anno. E in Italia il primato spetta al Piemonte, con più di 116 mila ettari di risaia nei quali vengono raccolti milioni di quintali di riso all’anno. La capitale del riso è Vercelli: dalle risaie che circondano la città proviene più di 1/3 della produzione nazionale. Oltre alla provincia di Vercelli, anche quella di Novara presenta il paesaggio tipico delle risaie: vaste distese pianeggianti coperte di acqua sotto la quale crescono le pianticelle di riso.
Per garantire l’acqua, elemento indispensabile per la crescita del riso, nel corso dei secoli è stata costruita una fitta rete di canali, il più importante dei quali è il canale Cavour, che prende il nome dal grande statista piemontese dell’Ottocento che ne propugnò la costruzione.
La semina, la coltivazione e la raccolta del riso venivano praticate un tempo tutte a mano e costituivano un lavoro durissimo al quale si dedicavano soprattutto le donne. Erano chiamate mondine e diventarono figure popolari negli anni Cinquanta, quando furono immortalate anche dal cinema. Nei due mesi estivi, quando il lavoro era più intenso, lavoravano a decine di migliaia nelle risaie, immerse anche per 10 ore al giorno nell’acqua, perseguitate dalle zanzare e dall’afa.
Oggi le mondine sono scomparse, sostituite da trattori, mietitrebbie e altri macchinari specializzati che hanno preso il loro posto nelle varie fasi della coltivazione.