LA STORIA PRIMA DI CRISTO – PARTE 3
431 – Scoppia la guerra del Peloponneso tra Atene e Sparta. Gli Spartani invadono 'l’Attica e ne saccheggiano le campagne. Il conflitto fra le due città dura 27 anni. Poichè entrambe le parti avevano alleanze, amicizie e legami coloniali in tutto il mondo greco, non c’è città, isola o territorio che, dalla Sicilia e dall’Italia fino all’Asia Minore, non sia coinvolto nel conflitto.
I Romani ottengono delle vittorie decisive sugli Equi e sui Volsci.
413 – La spedizione ateniese contro Siracusa si risolve con un fallimento: gli Ateniesi sono fatti prigionieri e rinchiusi nelle cave di pietra. La sfortunata spedizione siciliana costa agli Ateniesi la perdita di 200 navi e di oltre quarantamila uomini. Gli Spartani invadono nuovamente l’Attica.
406 - Mentre in Sicilia i Cartaginesi occupano Agrigento, Gela e Camarina, ad Atene si celebra un insolito processo. Gli Ateniesi, guidati da Conone, avevano colto una grande vittoria presso le isole Arginuse contro la flotta spartana comandata da Callicratida. Una tempesta aveva però impedito agli Ateniesi di salvare 4 mila naufraghi delle 23 navi affondate. Ad Atene gli ammiragli vengono condannati per non essere stati in grado di salvare i naufraghi. Il solo Socrate, che faceva parte del collegio dei giudici, vota per l’assoluzione.
404 – Con l’assedio e la resa di Atene termina la guerra del Peloponneso. Gli Spartani vincitori pongono delle dure condizioni: gli Ateniesi devono smantellare i cantieri navali del Pireo e abbattere le mura che uniscono la città al porto. Ad Atene si instaura un governo controllato da Sparta.
387 - I Siracusani fondano la città di Ancona sull’Adriatico, una delle ultime colonie greche in Italia.
371 - Per la prima volta nella storia l’esercito spartano viene sconfitto in campo aperto, a Leuttra, dall’esercito tebano comandato da Epaminonda e Pelopida.
370 - Eudosso di Cnido definisce la durata dell’anno solare in 365 giorni e 6 ore ed elabora una teoria secondo la quale la Terra è una sfera.
Un barbaro a Roma
Brenno era il capo dei Galli Senoni, stanziatisi in Italia tra il Rubicone e il Metauro nel IV secolo a.C. Si ignora quale fosse il suo vero nome: i suoi uomini lo chiamavano brenn, che in celtico significa “capo”. Secondo una leggenda, Brenno era stato spinto da Arunte di Chiusi ad attaccare Roma. In sei anni di guerre aveva sottomesso l’Italia cisalpina e le terre tra Ravenna e il Piceno. Nell’anno 362 di Roma (390 a.C.) sconfisse i 300 componenti della famiglia dei Fabii, schierati sul fiume Allia per opporgli resistenza, ed entrò a Roma da trionfatore. La saccheggiò, uccise 80 patrizi che non avevano voluto abbandonare il Senato e bruciò parte della città. Poi si decise a eliminare l’ultima resistenza dei Romani, arroccata sul Campidoglio, ma lo starnazzare delle oche svegliò i difensori e i Galli furono respinti. Vista l’impossibilità di completare la conquista, Brenno pretese un tributo in oro e gioielli. Ma Camillo, alla testa di un forte esercito, lo sconfisse e lo costrinse a ritirarsi.
Un ateniese chiamato Socrate
Figlio di uno scultore e di una levatrice, Socrate nasce ad Atene nel 469 a.C. Esercita da giovane l’attività paterna, ma l’abbandona presto per dedicarsi alla filosofia. E’ allievo di Anassagora, ha una spiccata tendenza alla meditazione. Resistentissimo alla fatica e alla fame, rimane immerso nei suoi pensieri per intere giornate, in piedi e immobile. La forza morale è pari a quella fisica. Gira tutto il giorno per scuole e mercati, per conversare e discutere. E’ membro del Consiglio dei Cinquecento, la sola carica pubblica che riveste. Trascura ogni occupazione che possa procacciargli denaro: lascia la moglie Santippe e i tre figli in ristrettezze. Compie i propri doveri militari (combatte a Potidea, a Delo e ad Anfipoli), umilia i presuntuosi e i potenti. Alcuni lo venerano, altri lo disprezzano. Crede soltanto nella ragione, esorta i giovani a evitare le superstizioni, anche contro l’autorità dei padri e degli anziani. Viene accusato di empietà e di corruzione. Potrebbe facilmente sfuggire alla condanna capitale, ma beve la cicuta e muore. E’ il 399 a.C.
La rivalità tra Atene e Sparta
Scomparso il pericolo persiano, i Greci si trovarono ancora una volta divisi e incapaci di trarre profitto dalla grande vittoria. Sparta e Atene, le città migliori, cercarono di sfruttare ciascuna per proprio conto i vantaggi della nuova situazione, trascinando nella propria politica le città minori, finchè una lunga guerra trentennale stremò le loro forze preparando il terreno al dominio macedone.
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