LA MAGNA CHARTA
"Enrico, per grazia di Dio re d'Inghilterra, saluta tutti i suoi fedeli che vedranno la presente carta. Sappiate che noi..abbiamo dato e accordato..a tutti del nostro regno le libertà qui sotto specificate.. Nessun uomo libero sarà arrestato, privato della sua libertà o libere usanze, messo fuori dalla legge, esiliato..e noi non metteremo o faremo mettere la mano su di lui se non in virtù di un giudizio legale dei suoi pari e secondo la legge del Paese".
E' il 1225, Enrico II d'Inghilterra promulga la "charta" che nel 1215 suo padre Giovanni aveva prima concessa e poi ripudiata. E' la "Magna charta libertatum" (la grande carta delle libertà), della "magna charta" per la sua importanza, ma soprattutto per la sua lunghezza. Per la prima volta un monarca assoluto rinuncia a parte dei suoi diritti, accetta regole di giustizia neutrale, concede ai sudditi un organismo che il rappresenti, s'impegna a non promulgare nuove tasse senza la sua approvazione (questo diritto fu definitivamente ammesso nel 1297 da Edoardo I). Nacquero in seguito alla "Magna charta" la Camera dei Lord, riservata alla grande nobiltà, e la Camera dei Comuni, dove erano rappresentati bassa nobiltà e borghesia. Anche se i principali beneficiari di questi diritti sono nobili e alto clero, sono comunque i primi passi verso uno Stato democratico. Ci vorranno 550 anni prima che queste regole escano dall'Inghilterra e incomincino a diffondersi per il mondo (Rivoluzioni americana e francese).
"Ciò che piace al re ha valore di legge". Il sovrano faceva le leggi, le disfaceva, compiva ogni genere di soprusi. Con la "Magna charta" il re mantenne per diverso tempo enormi poteri, ma non avendo quelli delle tasse e delle spese era condizionato dal Parlamento. I diritti conquistati dai baroni e dall'alto clero si estesero poi anche alle altre classi. Due ulteriori passi importanti vennero fatti nel 1628, quando fu sancita l'inviolabilità della persona umana, e nel 1649 quando fu proclamato il principio della "sovranità popolare". La Gran Bretagna, prima democrazia moderna, non ha una Costituzione scritta: le sue regole sono semplici leggi che il Parlamento potrebbe sempre cambiare con un voto. Non è mai successo.
Habeas corpus
Con la caduta dell'impero romano, l'Europa divenne per secoli una terra nella quale valeva la legge del più forte, che sarebbe stata ancor più violenta se non fosse intervenuta la Chiesa a mitigarla con qualche suo privilegio (come il diritto d'asilo, l'inviolabilità degli edifici sacri ecc..). Anche in Inghilterra la legge dell'anarchia e del sopruso imperversava, eppure fin dai primi anni di questo millennio si hanno notizie di "statuti" che concedevano agli arrestati di avere giustizia regolare. La "Magna charta" sancisce questo principio, ma bisogna attendere il 1628 perchè il Parlamento inglese, primo in Europa, approvi l'habeas corpus ad subiciendum (nel suo significato giuridico: il tuo corpo sia presentato in giudizio). E' una tappa fondamentale nella storia della giustizia: nessuno può essere arrestato arbitrariamente e una volta arrestato deve essere, in tempi brevi, sottoposto a giudizio.
Il nemico di Robin Hood
Può apparire paradossale, ma il primo re che concesse una "charta" dei diritti, accettando una limitazione dei suoi poteri, fu uno dei sovrani più ambiziosi spietati e odiati di tutti i tempi, quel Giovanni Senza Terra, fratello di Riccardo Cuor di Leone, le cui nefande gesta ci sono state tramandate dalla leggenda di Robin Hood. Giovanni era definito Senza Terra perchè il padre morendo non gli aveva lasciato eredità, trasferendo tutto al primogenito Riccardo. Quando questi partì per una crociata e fu fatto prigioniero, Giovanni, che era stato nominato reggente, cercò di usurpare il trono e impose tasse durisime ai sudditi con la scusa di dover pagare un riscatto per il fratello. Fin qui la realtà. La leggenda, a questo punto, inserisce la storia di Robin Hood, valoroso cavaliere diventato fuorilegge per non ubbidire all'usurpatore, e dei suoi uomini, uno strano manipolo di banditi "che rubavano ai ricchi per donare ai poveri" e che aiutarono Riccardo a riconquistare il trono. E come ogni trama cavalleresca che si rispetti c'è anche una bella e tormentata storia d'amore tra Robin e Marion, figlia del barone di Huntingdom, un sassone rimasto fedele a Riccardo.
Comunque, nel 1199, alla morte del re Riccardo, Giovanni tornò sul trono. Fu un regno disastroso, segnato dalle sconfitte, che tolsero all'Inghilterra gran parte dei possedimenti che deteneva in Francia, e dall'impoverimento delle casse dello Stato dovuto alle continue guerre. Proprio per non dover versare ulteriori tributi scoppiò la ribellione dei baroni che nel 1215 sconfissero Giovanni e lo costrinsero a firmare la "charta". Subito dopo, però, il sovrano la rinnegò. Ci vollero dieci anni di lotte intestine, prima che - come abbiamo detto - Enrico II, figlio di Giovanni, promulgasse definitivamente la "Magna charta".
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