CATERINA II DI RUSSIA
Dopo due secoli, i giudizi degli storici sono ancora divisi. Fu la grande imperatrice che portò la Russia nell'ambito delle maggiori potenze europee, rendendola anche arbitro di conflitti internazionali? Fu invece una donna viziata e viziosa, che si circondava di favoriti, uno più incapace dell'altro? Fu una vera letterata, scrittrice lei stessa, amica dei più esperti spiriti francesi, autrice di leggi moderne? O non fu piuttosto una dittatrice, interessata solo al potere, pronta per questo ad ammazzare il marito, a privare del trono il figlio?
In verità Caterina II fu questo e quello: uno straordinario personaggio, pieno di contraddizioni. Certo aveva un animo duro. Moglie del re Pietro III, lo lasciò regnare solo 6 mesi, dal gennaio al giugno 1762. Il marito era un uomo volgare, intemperante, che la detestava. Caterina ricambiava questi sentimenti e, temendo di essere cacciata, favoriva le congiure. Una di queste ebbe successo: Pietro III venne ucciso e la regina, con la scusa che il figlio aveva appena 8 anni, lo mise in disparte e si accinse a regnare da sola. Resistette così 34 anni, malgrado difficoltà di ogni genere e sollevazioni popolari.
Indubbiamente la sua opera fu notevole. Fondò 144 città, i suoi eserciti vinsero 78 battaglie. D'accordo con Austria e Prussia, partecipò alle spartizioni del'infelice terra di Polonia. Sconfisse prima i Turchi e quindi fece pace, traendone buoni vantaggi. Si oppose all'espansione inglese e, quando la Rivoluzione francese minacciò di diffondersi in tutta Europa, si apprestò a mandare contro Parigi le sue truppe. La fermò solo la morte, nel 1796.
La mancanza di denaro impedì a Caterina di espandere, come avrebbe voluto, il sistema scolastico. Quanto all'organizzazione sociale, assegnò alle grandi famiglie importanti cariche e privilegi, mentre alla piccola nobiltà venivano assegnate funzioni minori. A soffrire era il popolo, ridotto in schiavitù. I contadini erano dei semplici servi, dei quali i proprietari potevano disporre a piacimento. Se qualcuno si ribellava, veniva deportato in Siberia.
Se poi l'imperatrice ebbe grandi meriti nel riorganizzare l'amministrazione dello sterminato Paese, separando il potere burocratico da quello giudiziario e finanziario, i suoi governi non fecero sforzo alcuno per modernizzare la Russia. I nuovi metodi industriali, le tecniche agricole che si stavano diffondendo in Occidente vennero ignorate. Quando Caterina morì, la sua nazione era tra le più forti d'Europa, e tra le più arretrate.
La rivolta dei Cosacchi
Ne hanno parlato grandi scrittori, come Puskin e Esenin. Caterina era a metà del suo lungo regno quando scoppiò la rivolta dei cosacchi, guidati da Emeljan Ivanovic Pugaciov. fra il 1773 e il 1774 gli insorti riuscirono quasi a raggiungere Mosca. Erano esasperati dalla loro condizione di servi della gleba, dalle tasse troppo pesanti, dalle persecuzioni religiose. Però Pugaciov, per quanto abile e capace combattente, non ebbe fortuna. I soldati russi lo catturarono e lo portarono in una gabbia di ferro fino a Mosca, dove il rivoluzionario venne barbaramente squartato. Altri sovrani avrebbero tratto dall'insurrezione l'incoraggiamento a trattare meglio i contadini, ma Caterina non era il tipo. Al contrario, attuò una politica ancor più rigida, che andò avanti anche nei decenni successivi.
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