QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

GIANO, IL DIO BIFRONTE

I romani lo chiamavano “Pater”, creatore dell’universo. Erano tempi antichissimi, quando sulla terra vivevano le divinità. Là, dove in un futuro ancora lontano sarebbe stata fondata Roma, si ergeva verde di boschi e di selve il monte Gianicolo, o Camesene, dal nome degli dèi che vi abitavano: Giano e sua moglie Camese. Un monte ricco di acque. Figli dei due dèi erano Fontus, alla cui protezione erano affidate le sorgenti, e Tiberinus (Tevere), il maestoso fiume. Un luogo pacifico. Ma un giorno, grida dal cielo sconvolsero il silenzio delle foreste: Saturno era stato scacciato dal trono di re degli dèi dal figlio Giove. Saturno chiese protezione a Giano che lo accolse e lo ospitò nella sua casa. “Puoi restare con me”, disse Giano. “So che presto qui si raduneranno gli uomini: insegnerai loro l’arte di coltivare la terra. Io insegnerò l’amore per la pace”. E così fu: per lungo tempo il fuggiasco Saturno visse nascosto nelle terre di Giano che, da allora, furono dette Latium (Lazio, dal verbo latino latère, “nascondere”). I romani poi avrebbero venerato Saturno come dio delle semine e avrebbero onorato Giano come dio di tutti gli inizi, che vede ogni cosa perchè ha due volti e guarda in tutte le direzioni. E il loro re Numa Pompilio gli avrebbe innalzato un tempio nel Foro, le cui porte rimanevano chiuse in tempo di guerra e venivano aperte in tempo di pace.

Dèi “romani”  
Giano creatore dell’universo
Bellona malvagia dea della guerra
Marte dio dei campi e della guerra
Pomona dea dei frutti autunnali
Anna Perenna dea del ciclo delle stagioni
Flora dea della primavera e della bellezza
Silvano dio dei boschi
Priapo protettore degli orti
Fauno dio dei monti
Termine dio dei confini dei campi
Quirino dio della primavera
Padre Tiberino dio del Tevere
Penati simboli della casa
Lari spiriti degli antenati
Mani anime dei morti
   


Fauno, il genio dei monti
Fra i pastori dell’antichissima Roma godeva di grande culto Fauno, il genio benefico dei monti e delle campagne, che veniva raffigurato peloso, con le corna, la coda e i piedi caprini. Suonava la zampogna e aveva per sposa Bona Dea, adorata esclusivamente dalle donne in un tempio sull’Aventino. Fauno si divertiva a spaventare la gente e si diceva che penetrasse nelle case per tormentare gli uomini con cattivi sogni e con apparizioni paurose. Aveva pure il dono di predire il futuro attraverso rumori nei boschi e voli di uccelli. Questo dio amava cacciare sui monti e nei boschi e si diceva che il suo divertimento maggiore era quello di inseguire e spaventare le ninfe.

Esculapio, l’inventore della medicina
I greci lo chiamavano Asclepio, i romani lo ribattezzarono Esculapio. Figlio di Apollo, Esculapio era stato educato dal centauro Chirone, espertissimo nel preparare decotti e pomate. Anzi Esculapio l’aveva superato in abilità e non c’era malato che lui non guarisse. Nessuno moriva più. Una situazione felicissima per gli uomini, ma non altrettanto gradevole per Plutone, il dio dell’oltretomba. E un giorno il dio tenebroso si recò sull’Olimpo a protestare con Giove. Il quale saputo che Esculapio non si limitava a guarire gli ammalati ma resuscitava anche i morti intervenne drasticamente: afferrò una folgore e incenerì Esculapio. Questo almeno raccontavano i Greci. I romani sostenevano che Esculapio giunse a Roma intorno al 300 avanti Cristo e si stabilì nell’isola Tiberina, in mezzo al Tevere. In quel periodo su Roma si era abbattuta una terribile pestilenza. Con l’arrivo del dio-medico l’epidemia fu debellata. E i romani costruirono per lui un tempio.

Divinità greco-romane  
Zeus Giove
Era Giunone
Atena Minerva
Afrodite Venere
Posidone Nettuno
Ades Plutone
Ares Marte
Apollo Apollo
Ermes Mercurio
Estia Vesta
Demetra Cerere
Eros Cupido
Rea Cibele
Dioniso Bacco
Pan Sileno
Crono Saturno
Asclepio Esculapio