LE CIVILTA’ BARBARE: I VANDALI
Sono due tribù – i Silingi e gli Asdingi – che abitano il corso superiore del Meno e la pianura della Pannonia. Germani che professano l’arianesimo (movimento religioso che nega la divinità nella persona di Gesù Cristo) e non hanno la forza di resistere agli Unni. Così attraversano il Reno e si stabiliscono in Spagna (Galizia e Andalusia). Siamo nei primi anni del Quattrocento e le due tribù si ricongiungono sotto la guida di re Gunderico. E’ lui a creare un embrione di Stato vandalo, fondato più sul sistematico saccheggio della regione che non su un’organizzazione politica e sociale.
Caso eccezionale fra le popolazioni barbariche, i Vandali si impadroniscono della tecnica delle costruzioni navali e della navigazione. Cominciano a compiere ardite azioni piratesche contro le isole Baleari e le coste africane.
Salito al trono Genserico (428-477), i Vandali si pongono l’ambizioso obiettivo di attaccare la più ricca provincia romana dell’Occidente, l’Africa. Sbarcano presso Tangeri nella primavera del 429 e occupano la Numidia e la Mauritania. Dopo la caduta di Cartagine, l’imperatore Valentiniano III firma con loro un trattato di pace. Ma i regolari scambi commerciali non pongono termine alle spedizioni piratesche. Vengono conquistate la Sardegna, la Corsica e le Baleari. Viene assalita dal mare e saccheggiata la stessa Roma (455) e occupata la Sicilia (dal 468 agli inizi del VI secolo).
Dopo le persecuzioni contro il culto cattolico, la solidarietà germanica comincia a incrinarsi. Nel 530, l’ultimo re vandalo, Ilderico, è deposto e sostituito da Gelimero. L’imperatore Giustiniano interviene in difesa del sovrano deposto. Nel giro di tre anni tutte le terre occupate dai Vandali vengono riconquistate.
Un politico astuto che odiava i Romani
Genserico è stato il più grande dei re vandali: stratega geniale in guerra, abile politico in pace, profondamente antiromano e persecutore dei cattolici. Ovviamente, anche crudele e spietato come tutti i barbari. E vendicativo. Proprio da una vendetta personale scaturisce il saccheggio di Roma nel 455. L’imperatore Valentiniano III aveva promesso sua figlia Eudocia in moglie al figlio di Genserico, Unerico. Era uno stratagemma per tenersi buono il barbaro che aveva già occupato mezza Africa. Ma dopo l’usurpazione imperiale di Petronio Massimo, per vendicarsi delle mancate nozze, Genserico attacca Roma e i Vandali fanno terra bruciata. Portano via anche molti prigionieri, comprese la stessa imperatrice Eudossia e le sue due figlie Placidia ed Eudocia (che poi sposerà davvero Unerico).
La potenza navale dei Vandali rappresenta un grave pericolo per l’Impero d’Occidente perchè i pirati di Genserico erano in grado di bloccare tutti i rifornimenti di grano che venivano dall’Africa. L’imperatore Maggioriano tenta di colpire i Vandali con uno sbarco in Africa (461) ma senza successo. Genserico, anzi, saccheggia di nuovo le coste italiane e greche e distrugge a Cartagine la flotta mandatagli contro dall’Imperatore d’Oriente.
Aspre persecuzioni contro i cattolici
Durissimo è l’atteggiamento dei Vandali verso i proprietari afro-romani sottoposti alla confisca dei beni, spesso esiliati quando non addirittura uccisi. E aspre le persecuzioni contro il clero cattolico la cui opera di proselitismo si temeva minasse la compattezza etnica e politica, oltre che religiosa, dei conquistatori.
Nonostante gli accordi stretti da Genserico con l’imperatore d’Oriente, accordi che portano a temporanee concessioni religiose alle popolazioni romanizzate, Unerico (477-484) riprende le persecuzioni anticattoliche. E ostile ai cattolici è anche il re Trasamondo (496-523) che accetta di entrare nella grande alleanza dei sovrani barbari promossa da Teodorico, re degli Ostrogoti, anche se poi, temendo per la propria autonomia, cerca di impedire che Teodorico eserciti la sua tutela sulla Spagna visigota. Ilderico (523-530) tenta un rovesciamento di politica, restaurando il culto cattolico e richiamando gli esiliati. Ma è troppo tardi perchè tra Vandali e cattolici si instaurino rapporti di reciproca fiducia. E poi il regno vandalo sta per finire.
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