LE CIVILTA' BARBARE: I VISIGOTI
I Visigoti sono germanici (uno dei due rami dei Goti) che nel IV secolo si convertono all'arianesimo (seguivano le teorie dell'eretico Ario che negava la divinità di Gesù Cristo), soprattutto per impulso del loro vescovo Ulfila. Sono organizzati in una rudimentale monarchia sulla quale ha grande influenza la famiglia dei Balti. Nel 376, spinti dagli Unni, i Visigoti lasciano l'antica Dacia romana, passano il Danubio e si insediano nella Mesia Inferiore.
L'imperatore d'Oriente li considera federati. Ma nel 395 il nuovo re Alarico mette a sacco la Tracia, la Macedonia, la Tessaglia e la Grecia. L'imperatore Arcadio gli concede il titolo di dux e di magister militum, ma la tregua dura solo tre anni. Alarico e le sue orde invadono l'Italia, devastano Roma, portano via Galla Placidia (sorella dell'imperatore Onorio) e scendono in Calabria con l'intenzione di passare in Africa. Ma la flotta allestita a Reggio viene distrutta da una tempesta. Alarico muore a Cosenza. Il suo successore Ataulfo sposa Galla Placidia. Ma nuovi contrasti con Ravenna lo spingono verso la Spagna. Il suo successore, Wallia, riporta i Visigoti al nord dei Pirenei. Qui trovano la loro prima sede stabile e fondano un vasto Stato con capitale Tolosa, primo regno romano-barbarico impiantato nei territori dell'impero. Un secolo più tardi i Franchi sconfiggeranno i Visigoti e cancelleranno il regno di Tolosa. E dopo i Franchi, nel 711, ci sarà l'invasione degli arabi. Gruppi di Visigoti superstiti si rifugeranno sulle montagne delle Asturie, mantenendosi indipendenti sino al tempo della riconquista. Ma ormai non erano più barbari.
LE CHIESE A VOLTA DELL'ARTE VISIGOTA
I Visigoti, i più antichi federati dell'impero romano, insediandosi in Paesi profondamente romanizzati come l'Aquitania e la Spagna, cercarono di mantenere in vita le istruzioni amministrative e ne accettarono i sistemi di vita e la cultura in tutti i suoi aspetti. Gli artisti locali affondavano quindi le radici nelle tradizioni tardo-romane e bizantine. Ma c'è anche un'arte visigota. Per esempio, alcune chiese a volta costruite in pietra da taglio, per lo più a pianta cruciforme. Navata centrale e transetto hanno la medesima altezza e larghezza e s'intersecano, formando uno spazio quadrato, la crociera, delimitata da 4 archi e spesso sormontata da una torre. Una caratteristica dell'architettura visigota è l'uso dell'arco a ferro di cavallo. Tra i monumenti più significativi, le chiese di San Juan de Banos, San Pedro de la Mata (presso Toledo) e San Pedro de la Nave (Zamora).
PER 3 GIORNI ALARICO UMILIO' LA GRANDE ROMA
A 25 anni Alarico era già un re potente e acclamato. Prima aveva servito l'esercito romano a capo di un reparto goto. Poi il suo popolo lo aveva incoronato. Lui era un forte condottiero, ma anche un furbo politico. S'inserisce subito nel conflitto esploso fra la parte occidentale e quella orientale di un impero decadente. Invade i Balcani, dà ai Visigoti l'orgoglio di una ritrovata identità. Viene in Italia e si ferma minaccioso alle porte di Roma. L'imperatore Onorio invano tenta di venire a patti. Alarico penetra nella città e per 3 giorni la saccheggia. E' l'anno 410. Il "sacco di Roma", benchè non così grave come le fonti antiche lo dipingono, suscita profonda impressione fra i contemporanei, infrangendo il mito della "città eterna".
Alarico muore, in maniera piuttosto misteriosa, lo stesso anno, mentre risale verso il nord dell'Italia. Il suo corpo, secondo lo storico goto Giordane, viene sepolto nel letto del fiume Busento, presso Cosenza. A lui è dedicata una celebre ballata di A. Von Platen, tradotta dal Carducci: "La tomba nel Busento".
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