LE CIVILTA' BARBARE: GLI UNNI
Lo studio degli Unni pone alcuni problemi ancora insoluti. Per esempio, la loro sede d'origine e il loro ceppo etnico. Secondo una delle tesi più accettate, gli Unni arrivavano dalle steppe dell'odierno Turkestan. La forza militare, che si basava sulla cavalleria armata di arco e sull'organizzazione in orde mobili, consente loro di spingersi a Occidente. Nella seconda metà del IV secolo, condotti da Balamir, passano il Don sbaragliando Eruli e Ostrogoti e raggiungono la valle del Danubio. E qui le orde si disperdono. Un primo tentativo di riunire gli Unni avviene intorno al 425 per opera di Rua. Ma è solo con Attila, nipote di Rua, che le tribù situate tra il Danubio e il Volga si riorganizzano in una potente macchina da guerra. Attila dapprima sconfigge Teodosio II, infliggendo a Bisanzio un duro trattato di pace e un pesante tributo (477), poi si rivolge contro l'imperatore d'Occidente Valentiniano dal quale pretende un alto tributo e la sorella Onoria in sposa.
A quel punto la sontuosa capitale-accampamento di Attila nella piana pannonica diventa un centro politico e diplomatico come Roma o Costantinopoli. Le ricchezze si accumulano, si incrociano le ambascerie, vi si parla ogni sorta di lingue, dal latino al greco, al goto. Ma nel 450 i due imperi si accordano per non pagare più i tributi. Gli Unni, guerrieri dediti alla razzia, dilagano sino alla Loira. Ormani però si avvicina la battaglia finale, sta per sfaldarsi l'effimera confederazione di popoli di cui gli Unni - con la loro aristocrazia militare e l'invincibile cavalleria - rappresentano la minoranza egemone.
ATTILA MALVAGIO SOLO NELLA LEGGENDA
E' stato definito il "flagello di Dio", si è detto che dove passavano i suoi cavalieri non cresceva più l'erba. Alcune saghe germaniche lo vogliono assassinato dalla moglie Gudrun, implacabile vendicatrice dei familiari. Nei "Nibelunghi" Crimilde esorta Attila a sterminare i Burgundi per punire gli assassini del suo primo marito, Sigfrido. Ma la figura di Attila in questo poema è severa e dignitosa. Corneille e Werner trassero dalla storia di Attila altre due tragedie e Verdi un melodramma.
Ricondotta alle sue effettive proporzioni storiche, la figura di Attila si propone come quella di un politico abile, buon condottiero, certo anche uomo del suo tempo e quindi senza troppi scrupoli. Ben diverso, però, dal feroce barbaro della leggenda. Fu anche colto, duro ma non malvagio e capace di gesti generosi.
L'INCONTRO CON PAPA LEONE
Lo scontro frontale fra le forze romane al comando del generale Ezio e gli Unni avviene in Francia, ai Campi Catalaunici, presso Troyes, nel 451. Le sorti della battaglia restano a lungo incerte. Poi Attila si ritira, ma è ancora forte: le sue orde dilagano nell'Italia settentrionale e distruggono Aquileia. Giunto al Mincio, improvvisamente Attila, evita di proseguire verso sud. Perchè le epidemie gli stanno decimando le truppe? Perchè teme di trovarsi la strada sbarrata dall'imperatore d'Oriente, Marciano? Oppure la misteriosa decisione è frutto dell'incontro che Attila ha avuto sul Mincio con Papa Leone I? Certo il pontefice è andato incontro al terribile re unno: i due si sono parlati a lungo alla fine Attila si è ritirato. Morirà l'anno dopo sotto la sua tenda.
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