QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

LE GRANDI CIVILTA': AZTECHI E MAYA

Le tribù nomadi di cacciatori degli Aztechi, il cui nome deriva forse dal loro mitico Paese d'origine Aztlan (Terra degli aironi), secondo alcuni storici l'attuale California, verso il 1300 d.C., scendendo dal Nord, occuparono alcune terre nella valle del Messico. Da quel momento la loro espansione continuò ininterrottamente per circa due secoli, tanto che nel 1519 dominavano su un vasto impero che andava da un oceano all'altro con 15 milioni di sudditi e che aveva per capitale Tenochtitlan (Roccia del Cactus), su cui oggi sorge Città del Messico.

L'abito fa il nobile
Gli Aztechi furono soprattutto un popolo di guerrieri, governato da un re, assistito da un consiglio di 4 funzionari e dai sacerdoti. Le classi sociali si distinguevano dagli abiti, dalla qualità del tessuto, dal colore e dalla preziosità delle rifiniture. Le penne colorate erano apprezzate più dell'oro. Il copricapo regale di Montezuma, il più famoso dei re aztechi, conservato attualmente in un museo austriaco, tutto di pietre preziose e piume di quetzal (un uccello diffuso soprattutto in Guatemale, dal piumaggio verde-oro) è un eccezionale documento dell'arte azteca di lavorare le piume. La giustizia era amministrata dalla Donna Serpente, che in realtà era un uomo. Non c'erano prigioni: i ladri, ad esempio, dovevano restituire per punizione il doppio di quello che avevano rubato. I nobili erano puniti con più severità della gente comune: se si ubriacavano o rubavano, venivano condannati a morte immediatamente, senza processo.

Gli uomini dello stretto
Si conosce poco dell'origine dei Maya, forse giunti in America dall'Asia nord-orientale attraverso lo Stretto di Bering e poi progressivamente spinti verso Sud dall'arrivo di altre popolazioni di razza asiatica. Tra il 2000 a.C. e il III secolo d.C. essi si insediarono nelle zone attualmente occupate dal Messico meridionale, dal Guatemala, dall'Honduras, dal Salvador e successivamente nella penisola dello Yucatan. Intorno al III secolo i Maya costituirono un impero diviso in città-stato, ma unito dalla stessa lingua e dalla stessa cultura. Dal 300 al 900 circa si colloca l'Antico Impero, il periodo più splendido, e dal 900 al 1690 il Nuovo Impero, detto "periodo Maya-Tolteco", limitato allo Yucatan. In realtà la civiltà Maya incomincia a decadere già intorno al 1450, quando guerre tra piccoli stati rivali, catastrofi (uragani nel 1467) ed epidemie (febbre gialla nel 1482), spopolano e distruggono città e regioni. Quando, nel 1527, arrivano gli spagnoli, la vera civiltà maya è già finita.

Nè metalli nè ruota
I Maya non conobbero mai l'uso dei metalli, nè della ruota e non ebbero animali da tiro. Trasportavano le merci preferibilmente via acqua con grandi canoe, scavate in tronchi di cedro, lunghe anche 25 metri, con 25/40 rematori. Il mais era il prodotto più coltivato. I semi di cacao erano la moneta corrente. Uno schiavo, ad esempio, costava 100 semi. Erano abilissimi tessitori, ceramisti, architetti e studiosi di astronomia, astrologia e matematica; si servivano di un calendario basato sull'anno solare di 365 giorni e avevano una scrittura di tipo ideografico.

Piramidi maestose
I Maya erano politeisti e adoravano divinità contrapposte, benefiche e malefiche. Il loro libro sacro era il Popol Vuh. Gli dèi erano chiamati Signori o Padroni e presiedevano a ogni attività umana. I più noti erano il serpente a due teste e il giaguaro. I contadini, poi, la classe più misera, adoravano anche divinità particolari: i Balamas, protettori delle foreste; i Chaac, signori delle piogge. I sacerdoti, data l'importanza della religione nella vita quotidiana a ogni livello, erano la casta più venerata ed obbedita. I templi Maya, a forma di piramide con terrazze sovrapposte, ricordano le piramidi egizie, ma sono ancora più maestosi.