QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

CARLO ALBERTO

Figura certamente fra le più discusse e contradditorie del risorgimento italiano, Carlo Alberto (Torino, 2 ottobre 1798-Oporto, Portogallo, 28 luglio 1849) venne a trovarsi, a partire almeno dal 1845, al centro delle speranze dei moderati italiani. Il suo passato non era dei più rassicuranti.
Di carattere profondamente indeciso, turbato da angosce religiose, seppure animato da un grande desiderio di gloria e da una profonda fede nel proprio destino eroico, Carlo Alberto si era trovato a gestire in qualità di reggente i moti del marzo 1821. In quella occasione aveva promesso il suo appoggio ai liberali, ma li aveva poi abbandonati per sottomettersi agli ordini  dello zio Carlo Felice. Aveva poi cercato di farsi perdonare i cedimenti liberali giovanili e aveva dato ripetute prove di legittimismo, combattendo i costituzionalisti spagnoli e soprattutto, una volta salito al trono del Regno di Sardegna nel 1831, perseguitando in modo implacabile i mazziniani coinvolti nei moti del 1831-1834.
I contemporanei lo dipingevano come un debole, dispotico e capriccioso, incapace di prendere decisioni, ma i moderati che cercavano una via non rivoluzionaria all’indipendenza italiana riponevano in lui le loro maggiori, se non uniche, speranze.
Dopo la grande repressione degli affiliati alla Giovine Italia, Carlo Alberto aveva cercato di mantenersi al potere con una politica di mediazione fra reazionari e liberali, facendo convivere nel suo governo uomini come Solaro della Margherita e Pes di Villamarina.
Aveva avviato una politica di moderate riforme, ma senza rimettere in discussione l’assolutismo, e aveva finito con l’essere guardato con sospetto dai progressisti senza aver riacquistato la fiducia dei reazionari.
Solo l’adesione al programma neoguelfo, dopo il 1845, gli permise di riconquistare una certa popolarità. Nel 1847, nonostante le riserve di molti, Carlo Alberto continuava ad apparire ai moderati l’unico che potesse liberare l’Italia dall’Austria, evitando il ricorso alle rivoluzioni dei popoli.