FILIPPO BUONARROTI
Nato a Pisa l’11 novembre 1761, giornalista e seguace delle idee di Rousseau, Filippo Buonarroti alle prime notizie della rivoluzione francese lasciò Firenze per la Corsica, dove fondò un suo periodico, il Giornale patriottico di Corsica, ispirato alle correnti più democratiche della cultura francese.
Cittadino francese dal 1793, agente rivoluzionario in missione in Italia, caduto in disgrazia dopo il colpo di Stato del Termidoro contro Robespierre, fu implicato nella fallita “congiura degli eguali” di Graccus Babeuf arrestato e successivamente costretto a una vita di esilio. A Ginevra fondò la setta segreta dei Filadelfi e tentò, durante la restaurazione, di ricucire il panorama delle sette italiane attraverso l’organizzazione e il controllo delle società segrete dei Sublimi maestri perfetti e della Federazione italiana. Anche dopo il fallimento dei moti del 1820 e del 1821 rimase fedele a un illuminismo di matrice rousseauiana e comunistica.
Incessante fu il suo impegno nella fondazione di società segrete e nella propaganda rivoluzionaria. Nel 1828 pubblicò a Bruxelles La conspiration pour l’égalité, dite de Babeuf (La congiura degli eguali, detta di Babeuf), che non era soltanto una nostalgica rievocazione di quell’evento, ma anche un ripensamento del ruolo della rivoluzione francese e delle tensioni repubblicane e democratiche che avevano percorso l’Europa negli ultimi trent’anni. I movimenti cospirativi europei rimasero però nella maggior parte estranei al comunismo buonarrotiano e legati piuttosto a un orientamento costituzionale moderato.
Allontanatosi intorno al 1834 anche dai mazziniani, ai quali pure lo univa il programma repubblicano, Buonarroti morì in esilio, profondamente isolato, a Parigi il 17 novembre 1837.
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