CIRO MENOTTI
Nato a Carpi (MO) nel 1798, da una famiglia della borghesia imprenditoriale, Ciro Menotti aveva ampliato l’azienda familiare, fondando a Modena una filanda e una ditta di spedizioni, che avevano il loro principale mercato a Londra. Nella capitale inglese Menotti era entrato in contatto con i profughi liberali italiani ed era stato individuato da Enrico Misley come un possibile tramite fra i rivoluzionari dell’emigrazione e il duca di Modena Francesco IV.
Il suo ruolo divenne centrale nella cospirazione modenese alla fine del 1830, quando riuscì a organizzare una serie di comitati insurrezionali a Bologna, Firenze, Parma e Mantova. Il 12 dicembre 1830 inviò a Misley, a Parigi, le sue Idee per organizzare delle intelligenze fra tutte le città d’Italia, un programma insurrezionale mirante a dare all’Italia ‘indipendenza, unione e libertà’, sotto il governo di una “monarchia rappresentativa”, con Roma capitale e un sovrano scelto da un congresso nazionale.
Il progetto di Menotti incontrò diversi ostacoli. A Parigi si andava rafforzando fra gli esuli l’ipotesi, sostenuta da Filippo Buonarroti, di una rivoluzione repubblicana, e il governo orléanista mandava messaggi ambigui circa la sua intenzione di far rispettare il principio del non intervento. A Modena Francesco IV fingeva di assecondare Menotti, mentre lo utilizzava come fonte di informazione sui preparativi rivoluzionari. A Roma si progettava una cospirazione indipendente, guidata da Luigi Napoleone, la cui trama venne scoperta per una delazione che portò all’arresto dei principali cospiratori. Il 3 febbraio 1831, alla vigilia dello scoppio dell’insurrezione, i soldati di Francesco IV riuscirono a sorprendere e a catturare Menotti, che dopo un processo sommario fu impiccato a Modena il 26 maggio.
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