QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

ANTONIO GRAMSCI

Antonio Gramsci nacque il 22 gennaio 1891 ad Ales (CA) da una famiglia piccolo borghese, relativamente colta. Nell’estate del 1911 giunse a Torino per concorrere a una borsa di studio che gli consentisse di proseguire, dopo la licenza liceale, negli studi universitari. Iscrittosi alla facoltà di lettere, strinse rapporti di amicizia con Palmiro Togliatti e con Angelo Tasca, già allora giovane militante socialista.

Nel 1915 Gramsci lasciò l’università per il giornalismo e l’attività politica. Assunto alla redazione dell’Avanti!, incominciò a pubblicare i suoi corsivi in una rubrica intitolata Sotto la Mole e a occuparsi di critica teatrale.

Nel 1917 ricoprì l’incarico di segretario della sezione socialista torinese e diresse il settimanale della sezione, Il Grido del popolo, del quale fece uscire un numero unico dal titolo programmatico La città futura.

Nel 1919 Gramsci diede vita all’Ordine nuovo, una rivista settimanale alla quale partecipavano Palmiro Togliatti, Angelo Tasca, Umberto Terracini, Piero Gobetti. Da quelle colonne formulò la proposta della costituzione dei consigli di fabbrica e seguì l’occupazione delle fabbriche nell’autunno del 1920.

L’anno seguente nel congresso di Livorno si realizzò la scissione del PSI e nacque il Partito comunista d’Italia, di cui Gramsci fu fin dall’inizio instancabile animatore, rappresentandolo sui banchi della Camera dei deputati così come nelle riunioni dell’Internazionale comunista.

Arrestato nel 1926, negli anni di prigionia si dedicò a uno studio approfondito e sistematico dello sviluppo delle vicende storiche e culturali del nostro paese. I Quaderni del carcere, pubblicati dopo la fine della seconda guerra mondiale, si imposero come un’opera destinata a rappresentare un profondo rinnovamento nella cultura italiana, confermando quel giudizio che Gramsci in una lettera alla madre aveva dato di se stesso, definendosi “un combattente che non ha avuto fortuna nella lotta immediata”.

Alla sua morte, avvenuta all’alba del 27 aprile 1937, soltanto la cognata Tatiana e il fratello Carlo furono ammessi a vedere la salma, che venne cremata il 5 maggio. Le ceneri di Gramsci, inumate in un loculo del Comune di Roma al Verano, furono trasferite al Cimitero degli Inglesi dopo la liberazione.