QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

DIVINITA’ DEL CIELO

Elios, il dio del Sole
Elios, figlio dei titai Iperione e Tea, aveva per sorelle Selene, la luna, e Eos, l’aurora. Il suo compito era quello di portare la luce agli uomini e tutti i giorni attraversava la volta celeste con il suo cocchio trainato da quattro cavalli alati. Sua moglie era Perse, che gli diede due figli, i maghi Eeta e Circe. Un altro figlio si chiamava Fetonte, che Elios aveva avuto dalla ninfa Climene. Un giorno Fetonte convinse il padre a lasciargli guidare il suo carro d’oro, che spandeva luce e calore. Ma Fetonte, inesperto, non riuscì a governare i cavalli, che piegarono verso il basso avvicinandosi paurosamente alla terra. Successero molti guai: le montagne si incendiarono, gli abitanti dell’Africa diventarono neri, i fiumi si prosciugarono. Nell’Olimpo, Zeus vide tutta questa rovina e udì le grida degli uomini che imploravano la fine del flagello. Zeus non poteva permettere che il mondo bruciasse e scagliò una folgore. Fetonte precipitò dal carro e i cavalli di Elios, non più irritati dalla guida inesperta, riportarono il cocchio alla giusta distanza dalla terra. Fetonte scomparve nella corrente dell’Eridano, dove le sue sorelle, le dolci Eliadi, lo piansero quattro mesi di seguito. Zeus, non sopportando tanto dolore, le trasformò in pioppi. E le lacrime delle Eliadi divennero ambra.

Divinità secondarie del cielo
Elios – il Sole
Selene – la Luna
Eos – l’Aurora
Eolo – il re dei Venti
Niche – la Vittoria
Iride – l’Arcobaleno
Ebe – la Gioventù
Ganimede – il coppiere degli dèi
Eros – l’Amore
Asclepio – il dio della Salute
Nemesi – La Vendetta
Tiche – la Fortuna
Mnemosine – la Memoria

Divinità minori del cielo
Ore: figlie di Zeus e di Temi, custodi dell’Olimpo e divinità delle stagioni. Si chiamavano Tallo, Auso e Carpo.

Grazie: figlie di Zeus e di Eurinome, dee della grazia e dell’avvenenza. Dopo Omero il loro numero fu fissato a tre. Si chiamavano Aglaia, Eufrosine e Talia.

Muse: divinità ispiratrici del canto, della musica e della danza. Nell’Iliade si parla di una o più muse, mentre il numero tradizionale di nove (Clio, Euterpe, Talia, Melpomne, Tersicore, Erato, Polimnia, Urania, Calliope) compare solo nell’Odissea.

Ilitie: le dee del parto, figlie di Era.

Venti: figli del Cielo e della Terra. I principali erano Borea, Euro, Noto, Zefiro, Favonio, Africo; loro re era Eolo che li teneva incatenati nelle caverne.

Parche: secondo Omero sono le dee del destino che filano agli uomini le sorti della vita. Secondo altri poeti sono tre: Cloto, la filatrice; Lachesi, la dispensiera della sorte; Atropo, l’inevitabile.

Eos, l’Aurora
Eos, l’aurora, era una dea molto bella che si alzava presto al mattino per precedere il carro del Sole. Indossava uno sfarzoso mantello d’oro, preparava i suoi cavalli, Lampo (splendore) e Faetonte (scintillio), e partiva, spargendo di profumate rose il suo cammino. Non ebbe molta fortuna con i mariti. Il primo fu il titano Astreo, dal quale ebbe quattro figli, i venti Borea, Euro, Noto e Zefiro. Quanto Astreo con altri titani fu cacciato nel Tartaro, l’inferno degli dèi, Eos sposò Orione, un cacciatore che oltre ad essere abile con l’arco era anche molto bello. Ma su Orione aveva posato gli occhi anche Dania, la quale gelosa lo uccise con le sue infallibili frecce. Allora Eos sposò Titone, re dei Troiani. Ma per evitare di rimanere nuovamente vedova, ottenne da Zeus l’immortalità per il marito. Pensava di avere così risolto per sempre i suoi problemi affettivi, ma si era dimenticata di chiedere per Titone anche l’eterna giovinezza. Per cui Titone invecchiò perdendo ogni bellezza e attrattiva: le sue membra si disseccarono e la sua voce si spense. Allora la dea lo mutò in una cicala.

Selene, l’occhio della notte
Selene, la luna, era chiamata anche l’occhio della notte. Quando il fratello Elios, il sole, aveva concluso il suo viaggio, si metteva in cammino Selene: su un cocchio tirato da due splendidi cavalli bianchi e con un diadema in testa che sprigionava raggi bianchi. Non sono molte le leggende intorno a questa divinità. Si narrava che fosse stata sedotta da Pan, il dio dei boschi, che si era camuffato con una pelle di pecora. Più fortuna ebbe la leggenda di Endimione, un giovane pastore di cui Selene si era innamorato. La dea lo fece cadere in un sonno profondo per poterlo andare a trovare in una caverna. Si raccontava anche che da Endimione e Selene nacquero cinquanta figli.