QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

ITALO CALVINO

Italo Calvino nasce a Santiago de Las Vegas, Cuba, nel 1923 e trascorre i primi vent’anni della sua vita a Sanremo, dove i genitori avevano fatto ritorno subito dopo la sua nascita. Conseguita la maturità classica si iscrive all’università e, nel 1943, partecipa alla resistenza nelle formazioni partigiane operanti in Liguria. Alla guerra partigiana dedica, nel 1947, il romanzo Il sentiero dei nidi di ragno. Nel 1945 si trasferisce a Torino, lavora come redattore al quotidiano del Partito Comunista, “L’Unità”, e inizia la sua attività di consulenza editoriale presso la casa editrice Einaudi. Tra le sue numerose opere narrative, sono da ricordare: Il visconte dimezzato (1952), Il barone rampante (1957), Il cavaliere inesistente (1959), Le cosmicomiche vecchie e nuove (1965, 1984), Le città invisibili (1972), Se una notte d’inverno un viaggiatore (1979), Palomar (1983). Nel 1956 pubblica una raccolta di Fiabe italiane, trascritte dai dialetti di tutte le regioni; nel 1963 scrive un libro per ragazzi, Marcovaldo. Raccoglie inoltre in volumi numerosi interventi sul dibattito letterario contemporaneo (Una pietra sopra, 1980).

Morto nel 1985, Calvino ha lasciato incompiuta la scrittura di un ciclo di lezioni (Lezioni americane) che avrebbe dovuto tenere all’Università di Harvard. Le cinque “lezioni” già scritte costituiscono un testamento spirituale, nel quale si riafferma il valore della letteratura come forma di conoscenza.

GRAZIA DELEDDA

Grazia Deledda nasce a Nuoro nel 1871. Frequenta fino alla quarta la scuola elementare poi, non essendoci altre scuole femminili, prosegue gli studi con lezioni private e come autodidatta. A diciassette anni pubblica il suo primo racconto su una rivista di moda, seguito, l’anno dopo, da una raccolta di novelle, Nell’azzurro (1890). Nel 1900 si trasferisce a Roma.

La produzione di Grazia Deledda è vastissima: spazia dai romanzi ai racconti, dalle raccolte di poesie agli articoli per riviste e giornali. Scrive con metodo pubblicando uno o due libri l’anno.

Dopo le prime opere, che risentono molto dell’influenza dei grandi maestri del romanzo europeo (Balzac, Dumas, Hugo, Dostoevskij ma anche Manzoni, Verga, De Amicis), la Deledda trova con il romanzo Elias Portulu  (1903) e coi successivi sia il riconoscimento di un gran numero di lettori, sia l’attenzione e l’interesse dei critici letterari. Tra i titoli di questo periodo fortunato: Cenere (1904), L’edera (1906), Canne al vento (1913), Marianna Sirca (1915).

Nelle vicende di questi romanzi prevalgono le figure femminili, fedeli, passionali, devote fino al sacrificio, impegnate nel tentativo di cambiare il corso del destino e di sfuggire alla corruzione del mondo moderno. Insieme a queste caratteristiche, un’altra qualità della Deledda è la capacità di collegare il carattere dei personaggi agli elementi della natura e del paesaggio, che è quello aspro della nativa Sardegna.

Nel 1926 riceve il premio Nobel per la letteratura. Muore a Roma nel 1936.