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I LEGIONARI

Venticinque anni al servizio dello Stato, una vita intera dedicata a Roma: questo il merito del legionario che, arruolato giovanissimo nelle file dell’esercito, nel corso della carriera ne assolve tutti i compiti.
La sua figura è sicuramente quella di un protagonista della storia di Roma, dagli albori fino alla decadenza: indispensabile prima per la conquista, poi per la difesa, è al centro dell’attenzione politica (si pensi per esempio alla questione della distribuzione della terra) e sociale (la divisione in classi).
Infatti, anche se la sua principale funzione è quella di combattente, i mestieri cui il soldato romano deve adattarsi sono molti, primo fra tutti quello del costruttore: in qualità di muratore, carpentiere, fabbro, gli tocca costruire le strade su cui le truppe coprono le distanze tra Roma e i lontani (a volte lontanissimi) campi di battaglia. Non raramente la strada deve superare un fiume, e allora bisogna anche innalzare un ponte.
Una volta giunti a destinazione, prima di tutto i soldati preparano una linea di fortificazione, all’esterno della quale vengono predisposti dei sistemi di difesa semplici ma efficaci: file di rami appuntiti, buche in cui sono infissi pali che terminano con ferri uncinati.
Se è prevista una lunga permanenza nello stesso territorio, ai legionari si richiede di costruire un accampamento in muratura, il castrum. Si tratta di un quadrilatero il cui perimetro è segnato da un muro di cinta e da un doppio fossato. All’interno è attraversato da due strade perpendicolari (il cardo da Nord a Sud e il decumanus da Est a Ovest) che si concludono con quattro porte, mentre nel punto d’incontro sorgono uno spiazzo coperto dove si fa l’appello, e l’arsenale, un vasto edificio in cui sono conservate le armi. A fianco dell’arsenale sorge un tempietto con le immagini degli dei, le insegne della legione e il ritratto dell’imperatore.
Il castrum era così completo che costituì la base su cui vennero poi edificate molte città dell’Impero, da Torino a Brescia, da Coblenza a Strasburgo a Timgad (Algeria).
La maggioranza dei castra fu costruita sul limes, il confine fortificato che difendeva l’impero dai suoi nemici: infatti i legionari di stanza sul limes ben raramente venivano impegnati in combattimenti e, dovendo rimanere nello stesso luogo magari per anni, avevano bisogno di una sede sufficientemente stabile. Intorno a essa sorgevano della cabanae, cioè un insieme di baracche, osterie e botteghe dove i soldati ingannavano il tempo insieme con gli abitanti del luogo bevendo e giocando a dadi o alla mora. Non di rado accadeva che i legionari sposassero ragazze del posto e che, una volta terminato il servizio militare, anch’essi vi si stabilissero definitivamente. Il congedo veniva concesso solo dopo 25 anni, insieme con una somma di denaro che spesso era sufficiente per acquistare un piccolo podere. Il legionario riceveva anche un premio di fedeltà se il suo rapporto con il comandante era stato leale. Non si contano i generali che poterono contare sull’appoggio delle truppe per raggiungere i propri scopi, non sempre onesti: Mario, Pompeo, Cesare, sino a quelli che si fecero nominare imperatori.