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IL SILLABO

1864. Con la pubblicazione del Sillabo Pio IX, il papa che aveva inizialmente suscitato tante speranze fra i liberali, assunse la difesa intransigente dei valori tradizionali della Chiesa e condannò in ottanta proposizioni tutti i “funestissimi errori” della civilità moderna. Dopo aver proclamato il dogma dell’immacolata concezione, Pio IX con l’enciclica Quanta cura volle coronare un intenso lavoro dottrinale e disciplinare mirante a riaffermare la somma autorità della Chiesa in tutti gli ambiti della società contemporanea. In appendice all’enciclica, il Sillabo degli errori del nostro tempo condannava il razionalismo in quanto tendenza dello spirito umano a sottrarsi all’autorità della rivelazione e al magistero della Chiesa, il laicismo in quanto rifiuto dell’influenza della Chiesa nella vita della società, l’indifferenza morale e religiosa in quanto conseguenza del primato del diritto dell’individuo su quello della verità.
Secondo il Sillabo le idee socialiste sovvertivano il diritto naturale alla proprietà; il principio democratico della “volontà del popolo” violava i diritti divini di sovranità delle monarchie; allo Stato spettava non solo di governare il mondo, ma anche di vegliare sui diritti della Chiesa. La condanna si estendeva a libertà di coscienza, tolleranza religiosa, laicità della scuola, progresso scientifico, libertà di pensiero, di stampa, di ricerca. L’ultimo articolo respingeva in blocco il cattolicesimo liberale, che auspicava una riconciliazione della Chiesa di Roma con il liberalismo e con la civiltà moderna. Accolto con entusiasmo dai cattolici più conservatori, il Sillabo accentuò l’anticlericalismo degli ambienti liberali e democratici.