QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

Il procione

Procyon lotor
Famiglia: Procionidi

Caratteristiche: Lunghezza senza coda 50-70 cm, lunghezza coda 20-30 cm, peso 5-10 kg. Grande quanto una volpe, ma più tarchiato: pelliccia bruno-grigia, muso con maschera bianco-nera, coda folta con 4-5 anelli scuri.

Diffusione: America settentrionale e centrale; in Germania e in Unione Sovietica deliberatamente messo in libertà o fuggito da allevamenti di animali da pelliccia, oggi diffuso fino alla Francia nord-occidentale e all’Olanda.

Habitat: boschi di latifoglie e misti, parchi, vicino all’acqua.

Abitudini: notturno; solitario; si arrampica e nuota bene; dimora diurna e allevamento dei piccoli in cavità dei tronchi, spesso a 10-12 m di altezza; tasta e ispeziona il cibo con le zampe anteriori; riposo invernale in regioni fredde.

Alimentazione: piccoli animali acquatici, insetti, lombrichi, uova di uccelli e nidiacei; in autunno prevalentemente bacche, frutti e prodotti agricoli.

Riproduzione: periodo di accoppiamento I-III; gestazione 63 giorni; 2-5 piccoli ciechi e sordi con il pelo rado; le orecchie si aprono il 13° giorno e gli occhi il 22°; a 6 mesi sono indipendenti.

Nella ricerca del cibo i procioni usano le zampe come mani e nelle acque poco profonde cercano le loro prede sotto i sassi o nel fango, spesso con lo sguardo perso nel vuoto. Questo comportamento è per loro istintivo e gli animali tenuti in cattività lo manifestano gettando in acqua i pezzi di pane loro lanciati per ripescarli subito. Questi “gesti sostitutivi” hanno portato all’opinione, scorretta, che i procioni “lavassero” il cibo per pulirlo prima di mangiare e per questo sono noti anche come orsetti lavatori. In primavera e in estate il procione si nutre principalmente di lombrichi, lumache e altri invertebrati e animali acquatici. Di solito non riesce a catturare animali veloci e non rappresenta perciò un grosso pericolo per la selvaggina minuta di un terreno di caccia; il danno causato dall’occasionale saccheggio di qualche nido è di solito sopravvalutato. Questi simpatici animali, che furono portati in Europa circa 50 anni fa per la loro pelliccia, si sono nel frattempo moltiplicati nei nostri boschi fino ad arrivare approssimativamente a qualche decina di migliaia. Per contenerne la diffusione, la caccia al procione è permessa senza eccezioni ma i suoi esiti sono irrilevanti a causa delle abitudini notturne e molto furtive di questo animale.
Mangiando ghiande, prodotti agricoli e tutto ciò che trovano, i procioni accumulano in autunno uno strato di grasso il più spesso possibile, per poter sopravvivere nei magri mesi invernali. In caso di gelo prolungato osservano, come gli orsi bruni, un periodo di riposo invernale.