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ENRICO DE NICOLA

Il 28 giugno 1946 Enrico De Nicola venne eletto capo provvisorio della Repubblica Italiana, con 396 voti su 504 votanti, superando la prevista maggioranza di tre quinti dell’Assemblea costituente. Il 1° gennaio 1948, con l’entrata in vigore della Costituzione, divenne presidente della repubblica fino all’11 maggio, quando cedette la carica a Luigi Einaudi, primo presidente eletto dal Parlamento.

De Nicola era nato a Napoli nel 1877. Eletto alla Camera dei deputati nel 1909, aveva ricoperto la carica di presidente dell’assemblea di Montecitorio dal 1920 al 1924. Nel 1921 si era impegnato nella definizione di un “patto di pacificazione” tra fascisti e socialisti e aveva offerto la sua mediazione per la formazione del governo Bonomi. Per due volte nel 1922 fu incaricato di formare un governo, ma non riuscì nell’intento a causa dei veti posti da popolari e giolittiani. In occasione delle elezioni del 1924, che segnarono il definitivo affossamento dello Stato liberale, in un primo momento aderì al listone fascista, dal quale ritirò la propria candidatura pochi giorni prima del voto, dichiarando di volersi ritirare dalla lotta politica. Fu nominato senatore nel 1929. Nella delicata fase attraversata dal paese dopo la caduta del fascismo e l’8 settembre 1943, De Nicola elaborò la soluzione di compromesso per la questione istituzionale che portò al ritiro di Vittorio Emanuele III e all’attribuzione della luogotenenza a Umberto di Savoia. Dopo l’esperienza di capo dello Stato ricoprì la carica di presidente del Senato nel 1951-1952. Fu presidente della prima Corte costituzionale istituita nel 1956. Morì a Torre del Greco (NA) nel 1959.