QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

LE REPUBBLICHE MARINARE: VENEZIA

Ai ragazzi veneziani si insegna che per sfuggire ad Attila, re degli Unni, detto “flagello di Dio”, i loro antenati abbandonarono la terraferma cercando rifugio nelle isolette disabitate della laguna. Non è sicuro che Venezia sia nata così: a seminare il terrore nella campagna veneta furono piuttosto altri barbari, i Longobardi. Sta di fatto comunque che le prime comunità organizzate nella laguna erano composte da profughi, gente che voleva mantenersi libera. Si passava da un’isola all’altra su barche piatte, non molto dissimili da quelle che si vedono ancora oggi nei canali; poi si cominciarono a gettare dei ponti sull’acqua bassa. Al centro della città, come adesso, c’era l’isola di Rialto, abitata da famiglie nobili; ma avevano importanza anche i commercianti e i marinai, che cominciavano ad arricchirsi. Il potere andava al Doge, inizialmente soggetto all’influenza dell’Impero bizantino e più tardi eletto dal popolo. Il grande merito dei veneziani fu di costruire intorno alla figura del Doge un sistema politico compatto ed efficiente, capace di resistere sia ai mutamenti dei tempi sia agli attacchi dall’esterno.

Nei primi secoli, a partire dall’800, la storia di Venezia assomiglia a quella delle altre potenze marinare: ardimentosi viaggi verso l’Africa e l’Oriente, trattati con l’estero, istituzioni di basi commerciali dalle quali affluivano verso la laguna crescenti ricchezze. Contrariarmente anzitutto alle città rivali. Venezia seppe sempre contenere le inevitabili lotte tra famiglie e gruppi sociali, ciò che valse a consolidare la sua unità politica. Nel momento più pericoloso della sua storia, quando i genovesi si attestarono a Chioggia, minacciando l’invasione, Venezia si salvò proprio perchè tutti i suoi cittadini, dal primo all’ultimo, collaborarono con la propria iniziativa e i propri beni. Altro fatto importante, i veneziani fecero molte guerre sapendo però sempre quando era il momento di fermarsi. In secoli di lotte contro i turchi, per esempio, alternarono aggressività e prudenza, conquista e ritirata: nell’imminenza della sconfitta preferivano pagare un pedaggio, cercando magari di mantenere qualche base commerciale, piuttosto che rischiare la distruzione.

Esilio per i ribelli
Se c’era qualche sommossa, popolo contro nobili oppure patrizi in cerca di potere individuale, i capi evitavano rappresaglie troppo dure. Preferivano esiliari i promotori delle sommosse indicendo poi il carnevale, indipendentemente dalla stagione, in modo che la gente si divertisse e pensasse ad altro. Così si diffuse anche la fama di Venezia città gaudente e spensierata, vera solo in parte. In realtà la Repubblica si fondava su una formidabile flotta, 36 mila marinai in oltre tremila navi, 16 mila uomini occupati nell’Arsenale. Quando le forze della cristianità si scontrarono con l’Impero turco nelle acque di Lepanto, 16 settembre 1571, il contributo decisivo fu dato dalle unità veneziane. Navi con la bandiera di San Marco portavano materie prime a Costantinopoli, dove artigiani veneziani le lavoravano rivendendole con alti profitti; dall’Oriente si mandavano in Francia e in Fiandra stoffe e ornamenti; i fiorentini inviavano a Venezia stoffe di panno fine importando sete e oro, un traffico incessante, anche dopo quell’evento traumatico per Venezia che fu la scoperta dell’America. Con i loro guadagni i veneziani costruivano palazzi di incredibile bellezza affacciati sui canali, una città tutta di pietra.

Avventura in terraferma
Potenza di mare, Venezia tentò verso la metà del ‘400 l’avventura in terraferma, spingendo le sue conquiste fino in Lombardia, in Emilia e lungo la riva orientale dell’Adriatico, dalla Dalmazia alla Grecia. Ma la Repubblica, in questa fase di massima espansione, gettava anche le basi del proprio declino.
Non aveva uomini a sufficienza per fronteggiare avversari potenti, Stati interi come la Francia e l’Austria; inoltre i veneziani, per quanto in armi, restavano più dei commercianti che dei guerrieri.
Si rassegnarono al dilagare della potenza turca e al rafforzamento degli Stati nazionali europei, firmando trattati e chiudendosi sempre più nell’area veneta. Quando, alla fine del ‘700, Napoleone con le sue conquiste mise fine alla millenaria Repubblica, Venezia aveva ormai da tempo esaurito il suo compito.
Ritrovò il suo spirito nel 1848, con l’insurrezione contro gli austriaci: ma ormai nell’ambito di un’altra vicenda, l’unità d’Italia.