QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

LE CIVILTA’ BARBARE: GLI ERULI

Sono passati oltre 400 anni dalla nascita di Gesù. L’Impero romano d’Occidente, nel quale si sono succeduti oltre 80 imperatori, sta recitando in modo inglorioso le sue ultime battute. I barbari attaccano da ogni parte le frontiere dell’impero. Arrivano dal Nord, dall’Est, dall’Ovest. Ci sono i Visigoti, i Vandali, gli Alani, i Burgundi, i Franchi (i Galli), i Goti, gli Unni. Alcuni di questi popoli non vengono nemmeno citati nelle frettolose note storiche dei libri di testo. Qualcuno ha sentito parlare dei Rugi, degli Sciri e dei Turcilingi? Eppure c’erano anche loro a scorrazzare nella Penisola italica, ormai diventata terra di conquista. Dalle Alpi, originari della lontana Scandinavia, scendono anche gli Eruli. Un popolo che era già stato protagonista, alcuni secoli prima (nella seconda metà del 200), dell’invasione della Grecia, dove aveva messo a ferro e fuoco tutto il territorio. Un gruppo si era spinto fino in Spagna. Predatori e cacciatori, come pochi altri, avevano saccheggiato tutte le coste della Gallia e della Spagna.

Gli Eruli furono poi sottomessi dagli Ostrogoti, per passare poi con essi sotto il dominio degli Unni. Dopo la morte di Attila recuperarono la loro indipendenza stabilendosi sulle rive del Danubio e fondando un forte regno. Vinti dai Longobardi, si dispersero unendosi ad altri popoli. Nel sesto secolo scompaiono dalla storia come popolo indipendente. Erano famosi per la velocità nella corsa, molto fieri, coraggiosi, amanti della libertà. Più di altri rimasero fedeli alle primitive costumanze germaniche. Un loro capo di nome Sinduald nel 566 sconfisse i Goti. Alcuni storici sostengono che gruppi di Eruli si stabilirono nelle vallate tridentine. Ma non ci sono riscontri precisi.

Odoacre, re degli Eruli
Odoacre, viene indicato in alcune fonti storiche come il re degli Eruli. Ma sembra che fosse uno sciro. Nato nel 434, entrò al servizio dell’impero. Quando le milizie barbare, che formavano la maggior parte dell’esercito romano, pretesero un terzo delle terre d’Italia, ottenendone un rifiuto, Odoacre prese la testa della rivolta. Gli insorti lo proclamarono re e tra questi gli Eruli gli furono i più fedeli. Ma arrivarono in Italia i Visigoti, che costrinsero l’esercito di Odoacre a ritirarsi a Ravenna. Mentre per tutta l’Italia infuriava la lotta fra barbari, i Visigoti assediarono la città di Ravenna. Dopo tre anni, costretto dalla fame, Odoacre negoziò la resa con Teodorico, re dei Visigoti. Dopo la promessa di avere salva la vita e di conservare una piccola parte del potere, aprì le porte della città. Teodorico entrò a Ravenna da trionfatore il 5 marzo del 493. Ma non mantenne le promesse. Dopo dieci giorni Teodorico fece uccidere Odoacre, re degli Eruli e tutti i suoi familiari, compresi la moglie e il figlio.

L’ultimo imperatore romano
Gli Eruli hanno contribuito a mettere la parola fine all’Impero romano d’Occidente. Facevano parte delle milizie di Odoacre, che a Pavia sconfisse l’esercito imperiale comandato da Oreste e depose il giovane imperatore Romolo Augusto. Una sorte ironica volle dare a questo ragazzo, destinato ad essere l’ultimo imperatore di Roma, il nome del primo. Romolo Augusto, che poi la storia ha chiamato “Augustolo”, cioè “Augusto il piccolo” per distinguerlo dal grande, venne confinato nel Castel dell’Uovo a Napoli con una ricca pensione. L’impero romano d’Occidente scompare non solo di fatto, ma anche di nome. Le aquile romane hanno smesso di volare e comincia il Medioevo. Era l’anno 476.

La fine dell’impero di Roma
La maggioranza degli storici sostiene che la fine dell’Impero romano fu provocata soprattutto da due fatti: il cristianesimo e la pressione dei barbari che calavano dal Nord e dall’Oriente. Non è proprio così. Il cristianesimo non distrusse nulla. Si limitò a seppellire un cadavere: quello di una religione in cui ormani non credeva più nessuno e a riempire il vuoto che esso lasciava. Una religione conta non in quanto costruisce dei templi e svolge certi riti, ma in quanto fornisce una regola morale di condotta. Il paganesimo questa regola l’aveva fornita. Ma quando Gesù Cristo nacque, essa era già in disuso, e gli uomini, consciamente o inconsciamente, ne aspettavano un’altra. Non fu il sorgere della nuova fede a provocare il declino di quella vecchia, anzi il contrario. Tertulliano lo scrisse apertamente. Per lui tutto il mondo pagano era in liquidazione. E quanto prima lo si sotterrava, tanto meglio sarebbe stato per tutti.