QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

JACK LONDON: IL RICHIAMO DELLA FORESTA

L'AUTORE
Di Jack London si usa dire che il suo più avvincente romanzo fu la sua stessa vita, parzialmente raccontata in Martin Eden. Nato a San Francisco nel 1876, morto ad appena quarant'anni, London ebbe un'infanzia poverissima. Fece mille lavori, sempre con l'ansia di arricchire. Alla fine del secolo, dopo che le riviste avevano accettato diversi suoi racconti, ottenne un enorme successo con Il richiamo della foresta. Pubblicò una cinquantina di romanzi: fra i più famosi Zanna Bianca, La valle della luna, Il lupo di mare. Mise insieme e perdette diversi patrimoni; spendeva tutto quello che guadagnava in modo nevrotico. Tutto sommato era un romantico; e finì come Hemingway, con il "gran gesto" del perdente, togliendosi la vita.

LA TRAMA
Buck, un cane grosso e tranquillo, che dalla nascita ai quattro anni di età è vissuto in una calda villa californiana, si trova sbattuto d'improvviso in un mondo ostile. Un inserviente lo ruba ai suoi padroni e lo vende a uno spedizioniere che sta portando cani al Nord, dove è stato scoperto l'oro. Un forte cane da slitta vale centinaia di dollari, e Buck è fortissimo. Impara presto che deve adattarsi e nello stesso tempo combattere: l'uomo vuole obbedienza: gli altri cani possono essere temibili nemici. Buck si trova con proprietari spietati e con altri ai quali vuole bene. Diventa capo-branco dopo un duello alla morte con un cane rivale, Spitz; fa vincere una grossa scommessa a un suo padrone trainando da solo mezza tonnellata di carico sul ghiaccio; massacra lupi e indiani. Alla fine sente il richiamo dei suoi antenati e scompare fra i ghiacci, alla testa di un branco di lupi.

IL PROTAGONISTA
Figlio di un gigantesco Sanbernardo e di una "collie", Buck ha preso dal padre la struttura imponente e dalla madre la linea elegante. Assomiglia a un lupo, ma è molto più massiccio. Quasi settanta chili di muscoli d'acciaio. Nella sua nuova vita tra i ghiacci, Buck impara a sue spese le regole della sopravvivenza. L'uomo bianco non va affrontato direttamente: la supremazia sui cani del branco va affermata con la forza. Diventa astuto, cattivo. Per uccidere il rivale Spitz, si prepara per mesi ed agisce di sorpresa. E' capace anche di grandi generosità, e salva due volte un padrone buono rischiando di morire. Ma è sempre meno un cane, sempre più un lupo, che al richiamo della foresta dà l'addio alla vita civilizzata.

IL DUELLO CON SPITZ
Appena arrivato al Nord, Buck ha visto all'opera Spitz, il capobranco. Curly, una grande e tranquilla cagna di Terranova, è uccisa e sbranata da altri cani. Spitz guarda con la lingua in fuori, come ridendo. Buck è spaventato e stordito. Sta distante da Spitz, che ugualmente lo evita; e a poco a poco si capisce che uno dei due è di troppo. Buck comincia a proteggere i compagni perseguitati da Spitz. Un giorno è quasi sul punto di sopraffare il rivale; ma interviene il padrone che separa i due a colpi di frusta. Buck non ha fretta. Verrà il momento.
La slitta corre verso le miniere d'oro. Al mattino l'aurora boreale accende il cielo di fredde luci; Buck ricorda il calore perduto della California. Una sera, vicino all'accampamento, uno dei cani vede un coniglio selvatico. Bianco, tenero, coperto da un fitto pelo. Tutto il branco, una sessantina di cani, si getta all'inseguimento. Buck è in testa; guardando quel piccolo animale in fuga, leggero come un fantasma, sente ridestarsi un'antica ferocia, l'istinto della caccia. Si muove come una macchina, ognuno dei suoi muscoli e dei suoi tendini è sincronizzato. Però il più furbo è Spitz.
Il capobranco, freddo calcolatore, ha preso una scorciatoia per tagliare la strada al coniglio selvatico. E' un lampo: un baleno di zanne e la bestiola è stesa sulla neve. Il branco si avventa con un urlo selvaggio di trionfo; ma Buck non pensa già più al coniglio. Senza frenare l'impeto della corsa sceglie d'istinto il suo vero obiettivo, che è Spitz. Gli piomba addosso con irruenza cieca, mirando alla gola; ma Spitz è un combattente nato. Evita la presa con uno scarto fulmineo e azzanna il nemico alla spalla.
Sanno entrambi che è un duello mortale. I cani intorno aspettano anch'essi la preda, perchè lo sconfitto verrà divorato. E' buck che attacca, cercando di cogliere la gola o di rovesciare l'avversario. Poi le parti si invertono, è Spitz che sembra prevalere. Il branco scatta in piedi. Buck riprende l'equilibrio. Ragiona come un uomo, spietato e freddo. Finge di voler addentare una spalla, poi abbassa la testa di colpo e chiude le mascelle su una gamba di Spitz. Bilanciato su tre gambe, questo resiste ancora. Nuovo assalto, si sente il rumore delle ossa spezzate. Un'altra gamba. Spitz, indomito, con il pelo ritto, morde l'aria. Buck gli dà il colpo definitivo alla gola. Spitz scompare sotto il branco che gli si avventa addosso.