QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

LE GRANDI CIVILTA': GLI ETRUSCHI

Nel VII secolo a.C., nell'Italia centrale (Toscana e Alto Lazio), vivevano gli Etruschi, la popolazione più progredita della penisola dopo i Greci. Nel V secolo il territorio da loro controllato raggiunse la massima espansione (Pianura padana a nord e Campania a sud), dopo di che iniziò il lento declino contemporaneamente alla nascita e allo sviluppo di una nuova potenza, quella romana. Ma chi erano e da dove provenivano gli Etruschi? Le principali ipotesi sono tre: provenivano dall'Asia; erano originari dei luoghi in cui vivevano; erano una popolazione mista tra asiatici e indigeni. Quest'ultima ipotesi è quella più accreditata dagli studiosi del nostro secolo, ma il mistero non è ancora risolto.

FONDATORI DI CITTA'
Gli Etruschi si distinsero dagli altri popoli dell'Italia preromana perchè fondarono numerose città: Tarquinia, Cerveteri, Cortona, Perugia, Arezzo, Volterra, Capua, Pompei, Salerno, Bologna, Parma, Piacenza, Rimini e Marzabotto. A differenza degli altri centri abitati contemporanei, costituiti in gran parte da villaggi di legno, fango e canne, queste città erano costruite con sassi e mattoni e cinte da mura poderose. Sorgevano in genere sulle alture, spesso avevano pianta quadrangolare con vie rettilinee e perpendicolari (esempio tipico è Marzabotto, a 24 km da Bologna). Questa impostazione urbanistica sarà ripresa dai Romani. Ogni centro possedeva un sistema di fognature sotterranee ed edifici con archi e volte, novità tecniche introdotte in Italia proprio dagli Etruschi.

"I Lidi tramandano che durante il regno di Atis, una grave carestia si diffuse in tutta la Lidia (in Asia Minore). Per un certo tempo i Lidi la sopportarono, ma poichè la carestia non accennava a diminuire, anzi si aggravava, il re divise il popolo in due gruppi e sorteggiò quello che doveva rimanere e quello che doveva emigrare. A capo del gruppo destinato a rimanere in patria mise se stesso, e a capo del gruppo in partenza il proprio figlio, il cui nome era Tirreno.. Gli emigranti navigarono alla ricerca di una terra dove abitare. Dopo lungo viaggio..giunsero al Paese degli Umbri, dove costruirono delle città e dove abitano tuttora. Qui mutarono il nome di Lidi in Tirreni, dal re che li aveva guidati" (Erodoto, storico greco del V secolo a.C.)

"Ritengo che i Tirreni non siano coloni provenienti dalla Lidia; infatti non parlano la lingua dei Lidi... Mi pare perciò che sia più vicino al vero il parere di coloro che sostengono che questo popolo è originario del luogo in cui vive. Dai Greci essi sono stati chiamati Tirreni; forse perchè abitavano in torri o dal nome di qualche loro capo. Essi però, nella loro lingua, chiamano se stessi Rasenna, dal nome di un loro condottiero" (Dionigi di Alicarnasso, I secolo a.C.)

GLI OCCHI A MANDORLA
Gli Etruschi avevano statura media e corporatura robusta. Il volto un pò ossuto aveva zigomi sporgenti e marcati, grandi occhi dal taglio a mandorla e labbra sottili (caratteristiche che potrebbero avvalorare l'origine orientale). Il naso era stretto, diritto e di forma allungata. Gli uomini erano di carnagione più scura. Le donne portavano capelli lunghi, avvolti in trecce o riuniti a crocchia.

LA SACRA TRIADE
La religione etrusca era politeista, particolarmente venerata la triade TINIA (Giove), UNI (Giunone) e MENRVA (Minerva). Molte altre divinità dimostrano chiaramente l'influenza della mitologia greca (ARITIMI Artemide; APULU Apollo; TURAN Afrodite; TURMS Mercurio; NETHUNS Nettuno). Accanto a questi dèi erano venerate anche divinità indigene come NORTHIA (dea del Fato), VELTUNA (il dio nazionale), gli dèi "consentes", consiglieri di Tinia, e gli dèi "fulguratores", cui Tinia affidava il compito di scagliare i fulmini. Gli Etruschi credevano nella vita ultraterrena e avevano una cura scrupolosa dei loro morti, che venivano deposti in tombe sotterranee.

LA SCRITTURA
Quel che noi sappiamo degli Etruschi viene in gran parte dalla loro produzione artistica: dipinti, statue, oggetti in ceramica e metallo, ritrovati dagli archeologi soprattutto nelle tombe, oppure dai documenti in lingua greca e latina che li riguardano. Essi infatti avevano una scrittura che, però, non è stata ancora completamente interpretata. Sono stati decifrati i singoli segni e alcuni numeri, ma è tuttora incomprensibile il significato complessivo delle frasi, ad eccezione di circa trecento parole. Si conoscono per esempio i numeri da uno a sei: thu, hut, ci, sa, mach, zal. Tra le principali parole decifrate: clan (figlio), sec o sech (figlia), puia (moglie), zilath (magistrato), lautni (liberto), etera (servo).

Ferro, rame, stagno, piombo, zinco e argento abbondavano nel sottosuolo dei territori abitati dagli Etruschi che impararono ad estrarli e lavorarli con abilità e gusto, tanto da essere considerati dei maestri. L'estrazione avveniva, fin dove era possibile, con picconi, poi si ricorreva al fuoco: la roccia che conteneva il metallo veniva portata al massimo grado di calore e poi investita con getti di acqua fredda per spezzarla. Nelle tombe sono stati trovati anche elegantissimi oggetti d'oro.

Agricoltura, commercio, pastorizia e lavorazione dei metalli furono le principali attività, praticate con molta perizia. Fu costruito un sistema di cunicoli sotterranei per prosciugare valli e pianure paludose e renderle così coltivabili. Ne sono stati identificati 45 km sui pendii dei Colli Albani, 25 km intorno a Veio.