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gerusalemme liberata: erminia tra i pastori

Erminia, figlia dell'emiro di Antiochia, si innamora segretamente di Tancredi da cui è stata fatta prigioniera e poi liberata; resa audace dall'amore, si avvia a curare l'uomo amato, ferito durante un combattimento. Ma, sorpresa fuori delle mura di Gerusalemme da alcuni cavalieri cristiani, si volge in precipitosa fuga e ripara in una ridente campagna non sconvolta dal fragore delle armi. Colà trova ospitalità presso un pastore che ebbe esperienza nei suoi anni giovanili dell'infida e agitata vita delle corti cittadine, e riesce a placare in parte la sua ansia d'amore nell'idillica pace di una natura incontaminata.

Nell'episodio si riflette l'animo del Tasso: il pastore disgustato dalle "inique corti", la sognante ansia amorosa di Erminia, la contemplazione della pace campestre come sicuro porto in cui ripararsi dalle tempeste della vita e dell'amore, riflettono il mondo interiore del poeta e giustificano la meritata fama che il brano ha goduto presso tutti i lettori e i critici: fama tanto più sorprendente in quanto l'episodio di Erminia tra i pastori è una pagina decisamente antieroica in un poema eroico-cavalleresco. La verità è che la descrizione della donna e di questa oasi di pace costituisce un momento essenziale del poema epico-tassesco. Infatti, Erminia è, come è stato scritto "di tutte le figure del poema, quella in cui il poeta ha più pienamente narrato se stesso: o meglio più, eloquentemente espresse le voci elegiache e dolenti dell'anima sua".