QUESTA È UNA RACCOLTA DI NOTIZIE E FATTI STORICI, ADATTA PER RICERCHE SCOLASTICHE E PER ARRICCHIRE IL PROPRIO BAGAGLIO CULTURALE.

Il Rinascimento e la riforma: Impossibilità di una definizione unitaria della civiltà rinascimentale

Non è possibile giungere a una definizione unitaria della civiltà rinascimentale ma si afferma sempre più la necessità di valutarla nei suoi vari aspetti.
Così è stato messo in luce il sentimento tragico della morte che vive accanto all'esaltazione della vita, la scoperta della realtà effettuale di un mondo che si avviava alla corruzione e allo sfacelo. Si pensa al peso che in pieno Rinascimento viene ancora assegnato alla fortuna, nonostante l'altera esaltazione della forza creatrice dell'uomo.

Il Rinascimento e la riforma: La riforma in Italia.

In Italia la riforma non interessò le grandi masse, e nemmeno i principi che traevano profitto dalla potenza economica e politica del papato. Scarsamente interessò i gruppi intellettuali.

Gli umanisti italiani si erano rivolti a una ricerca che investisse direttamente la natura e l'uomo. Dio nel loro pensiero aveva un posto periferico: era un dio razionale non vincolato ai riti della Chiesa. Gli intellettuali rinascimentali costituivano un èlite priva di collegamenti con le masse popolari.

Il Rinascimento e la riforma: La riforma.

Quando il 31 ottobre 1517 Martin Lutero affiggeva alla porta della cattedrale di Wittemberg le 95 tesi teologiche per protestare contro il commercio delle indulgenze voluto dal papa, non si rendeva conto che faceva esplodere una mina di cui non si poteva controllare le conseguenze. Le sue tesi sulla giustificazione della fede ( la salvezza si ottiene dalla grazia divina e non attraverso opere guidate dalla Chiesa), sulla libera interpretazione della Scrittura (rifiuto di un'interpretazione ufficiale della Chiesa) sul sacerdozio universale dei credenti ( abolizione di ogni differenza o superiorità del clero rispetto al semplice credente) tendevano tutte a minare l'istituto storico della Chiesa. Le conseguenze erano due: il rafforzamento degli Stati nazionali provocato dall'incameramento dei beni ecclesiastici, dal creare Chiese nazionali dipendenti dal monarca e non dal papa; le crisi del principio d'autorità e dell'ordine gerarchico di cui la Chiesa era il principale sostegno e l'insorgere delle esigenze e delle rivendicazioni delle masse più umili. Si aggiunga la inevitabile reazione della Chiesa con la formazione della Compagnia di Gesù, la convocazione del Concilio di Trento.

Il Rinascimento e la riforma: Le componenti della civiltà rinascimentale e le sue contraddizioni.

Le componenti sono le medesime dell'Umanesimo:
- il culto dell'antichità classica come modello da far rivivere nel presente (ma non da imitare).
- l'esaltazione della bellezza come ideale di equilibrio fra istinto e ragione, come norma di comportamento umano.
- una concezione del mondo più libera nella quale i problemi dell'uomo e della natura prendono il sopravvento sugli schemi logici.
- il vagheggiamento di una condizione idillica nella quale l'intellettuale possa inseguire i suoi pensieri lontano dalle occupazioni della vita quotidiana.

Ma le medesime sono le contraddizioni accentuate dagli avvenimenti storici cui abbiamo accennato. Ci riferiamo alla contraddizione dell'Umanesimo fra la formazione cosmopolita degli intellettuali e la ristretta cerchia della corte signorile fra l'aspirazione a una civiltà a carattere universale e le strutture ancora comparative della vita civile e politica.

Il Rinascimento e la riforma: Il Rinascimento e la crisi politica italiana nei primi decenni del secolo XVI

Il Rinascimento raggiunge il suo apice nel periodo che va dalla morte di Lorenzo il Magnifico (1492) al consolidamento del dominio spagnolo in Italia ( pace di Cambrai 1529) periodo in cui si affermano i maggiori artisti e scienziati (Machiavelli, Ariosto, Michelangelo, Leonardo) e contemporaneamente crolla l’equilibrio politico quattrocentesco e l’Italia diviene il campo di battaglia del primo grande conflitto fra gli Stati unitari moderni: la Francia e la Spagna.

Nel giro di pochi anni l’Italia perde l’indipendenza politica, si nota la sua debolezza militare, deve cedere il suo primato economico, tagliata fuori dal commercio mondiale indirizzato verso le vie oceaniche. Ma proprio in questi anni l’Italia diventa importante per la cultura, per le personalità di eccezione, grazie a un vasto stato di intellettuali riuscendo a creare una civiltà di portata europea.